Vivo sotto a un’antenna: farà male? Dopo quanto tempo il cellulare all’orecchio diventa pericoloso? Il Wi-fi ha effetti sulla salute? Quante volte ci siamo trovati di fronte a questi interrogativi e quanti studi – o presunti tali – hanno gettato benzina sul fuoco o acqua sul fuoco in questi anni? Per fornire una risposta scientifica agli effetti dell’espoizione umana alla filiera della telefonia mobile (antenne, celluari e Wi-fi) oggi alle 11 30 in diretta Facebook la dottoressa Fiorella Belpoggi presenta i dati della ricerca condotta dall’lstituto Ramazzini di Bologna, attraverso il Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni”, per “studiare l’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni a radiofrequenza (RFR) prodotti da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile”.
Dieci anni di ricerche, 2.400 ratti osservati
I risultati dello studio saranno pubblicati domani sulla rivista internazionale peer-reviewed Environmental Research di quello che si preannuncia essere un punto di non ritorno per chi studia il rapporto tra esposizione alle onde e ripercussioni sulla salute umana. La ricerca è durata quasi 10 anni ha coinvolto circa 2.400 ratti, gli stessi selezionati e usati dal Ramazzini come modello umano equivalente per capire gli effetti dell’esposizione. Le cavie sono state osservate dalla nascita al decesso, monitorate nelle loro esposizioni alle radiofrequenze, per diverse generazioni.
In particolare nella sede bolognese lo studio a affrontato gli effetti delle radiazioni a radiofrequenze molto base, simili a quelle emesse dai dispositivi Wi-fi.