“Un matrimonio infernale” così le associazioni ambientalistiche e di agricoltori hanno ribattezzato la sempre più probabile fusione tra Monsanto e Bayer, i due colossi del biotech, dopo l’ok con riserva da parte dell’Unione europea. le due società, una americana e l’altra tedesca, porteranno in dono per le nozze 66 miliardi di valore, anche se Bruxelles ha chiarito che per dare il suo assenso definitivo, Bayer dovrà cedere attività per circa 6 miliardi di euro. Come riporta Repubblica, la compagnia tedesca dovrà cedere buona parte del settore sementi “tra cui quelle del cotone e della soia e l’intero comparto ortofrutta, della piattaforma di ricerca per il grano ibrido e di alcuni erbicidi a base di glifosasto nel Vecchio continente”. La fusione tra le due società ha ottenuto il via libera da 30 autorità nazionali, adesso manca solo l’ok dal parte del Dipartimento di giustizia degli Usa.
La polemica
Il ceo di Bayer, Werner Baumann, ha dichiarato: “L’ok della Ue è per noi un grande successo. Grazie alla fusione con Monsanto aiuteremo gli agricoltori di tutto il mondo a creare cibo più nutriente in modo sostenibile con beneficio per i consumatori e per l’ambiente”. Di parere del tutto opposto i movimenti che da anni si battono contro la diffusione degli organismi geneticamente modificati, che hanno lanciato l’hashtag #mergerfromhell, matrimonio infernale, appunto.
Aiab: Serve piano sementiero per difendere il bio
Vincenzo Vizioli, presidente dell’Associazione italiana agricoltura biologica, dice al Salvagente: “La fusione dei due colossi resta un pericolo, di fatto controllano il settore delle sementi, dei pesticidi e dei farmaci. Se consideriamo che il 75% delle sementi sono controllate da 6 multinazionali, e le stesse controllano i pesticidi, è impensabile che gli interessi andare verso un’agricoltura sostenibile. Per questo serve un piano sementiero nazionale che sviluppi una ricerca partecipata che vada a selezionare varietà idonee per l’agricoltura biologica”.
Affronte (Verdi Ue): perdita di biodiversità
A commentare la notizia anche l’europarlamentare Marco Affronte, del Gruppo Greens/EFA: “Non si può dire che la decisione del Commissario Vestager ci colga di sorpresa, ce l’aspettavamo. Purtroppo queste grandi tematiche non possono essere affrontate a compartimenti stagni, come invece si sta facendo ora. Una simile operazione non coinvolge solo il mercato – campo per il quale è competente la Vestager – ma naturalmente pone un enorme questione sul nostro sistema produttivo nel settore primario: parliamo quindi di un’agricoltura che è sempre più agroindustria, parliamo di pesticidi e di ogm, parliamo di perdita di biodiversità e di un sistema che impoverisce le ricchezze locali e standardizza il prodotto”. Secondo Affronte, “La questione è molto più grande e profonda di una mera concentrazione di potere economico nelle mani di pochi”.
Evi (M5s): Ignorata la volontà popolare
Secondo Eleonora Evi, europarlamentare M5s: “Sono state ignorate numerose lettere inviate da numerosi rappresentati del Parlamento europeo, quella di 80 ONG che solo ieri hanno avvertito preoccupate la Commissione, così come le richieste dei cittadini che più volte si sono mobilitati in massa per opporsi a questa visione miope del mondo. Ricordiamo le milioni di firme che hanno dato vita alla ICE “Stop Glifosato”, ignorate dalla stessa Commissione”.
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