Peperoncini provenienti dal Bangladesh con residui di pesticidi al di sopra della norma. L’allarme è stato notificato dall’Italia il 5 marzo nel Rasff, il sistema europeo di allerta rapida della Commissione Ue, con tanto di pubblicazione di una black list degli alimenti contaminati, su segnalazione del ministero della Salute italiano. Il prodotto è stato probabilmente ritirato dalle vendite a scopo preventivo, per ragioni di possibile contaminazione in quanto nella maggioranza dei peperoncini è stata trovata la presenza in eccesso di Clorpirifos metile.
Parliamo di un insetticida messo al bando negli Usa nel 2016 e anche la Ue dibatte da tempo sul divieto al suo utilizzo in agricoltura. La concentrazione riscontrata nei campioni contaminati è stata pari a 0.091 mg/kg quasi il doppio rispetto al limite di legge europeo dello 0,05 mg/kg.
Messo al bando negli Usa per i danni alla salute
Il Clorpirifos metile è considerato pericoloso dalla statunitense Environmnental Protection Agency (EPA) che ne ha revocato l’utilizzo nel 2016. Da anni è commercializzato come Lorsban e Dursban e utilizzato nei giardini e nei prati, ma soprattutto in agricoltura. Per usi domestici ne è vietata la vendita , sempre negli Usa, dal 2000, perché erano emerse delle gravi conseguenze sulla salute dei bambini. Ci sono anche degli studi che collegano l’impiego del pesticida a possibili danni al sistema nervoso o alla nascita di bambini con problemi comportamentali e con basso quoziente intellettivo, se le madri lo hanno “inalato” tramite respirazione in gravidanza. Negli adulti il Clorpirifos metile può causare nausea, mal di testa e vertigini.