Sigarette elettroniche, gli effetti della stretta: vendite giù del 30-40%

Sono passati tre mesi dalla sentenza della Corte costituzionale che ha imposto il pagamento della tassa aggiuntiva sulle sigarette elettroniche, equiparando i liquidi per svapare al tabacco e alle sigarette tradizionali, e i contraccolpi sul settore sono pesanti, tanto da mettere a rischio la stessa esistenza di diversi rivenditori. “Si è registrato un calo consistente nelle vendite di liquidi. Alcuni dei nostri rivenditori lamentano un meno 50%, ma in media possiamo parlare di una flessione tra il 30 e il 40%”, spiega Antonella Panuzzo presidente dell’UniEcig, l’associazione che riunisce i negozi specializzati, che aggiunge: “Di questo passo, tanti tra i 3mila punti di vendita, che danno da vivere a molte persone, rischiano di chiudere”.

Controlli a tappeto tra i distributori

La difficoltà del settore non riguarda solo i rivenditori al dettaglio ma anche produttori e distributori che, come conferma Stefano Caliciuri, direttore di Sigmagazine, sono in queste settimane tartassati dalle visite fiscali. “L’Agenzia delle dogane e dei monopoli sta mandando controlli sui depositi fiscali, chiedendo l’intero importo, senza rateizzazione, della fiscalità pregressa, che però le aziende non avevano pagato perché era tutto in sospeso in attesa della sentenza della Corte. Si parla di richiesta di milioni di euro”. Dopo la sentenza della Corte, infatti, produttori e distributori si sono trovati nella situazione di dover rimborsare la tassazione non pagata a partire dal 2014. “Bisogna precisare”, dice Panuzzo, “che le proteste del settore non riguardano i normali importi fiscali, come l’Iva, che abbiamo sempre pagato, ma la richiesta della tassazione aggiuntiva come le sigarette.

“Il nuovo governo tolga la tassa ingiusta”

Lo svapo, è stato dimostrato da diversi studi, non fa male come le sigarette, e non è giusto associarlo ad esse dal punto di vista fiscale”. Associazione che, secondo la presidente di UniEcig, sta creando un danno d’immagine al settore, allontanando gli acquirenti che ritornano ad essere sospettosi delle sigarette elettroniche. “Speriamo che col nuovo governo cambi qualcosa. La nostra richiesta è semplice: per lo meno si tolga la tassazione aggiuntiva sui liquidi senza nicotina e se ne stabilisca una più equa per quelli che la contengono” spiega Panuzzo, che annuncia una protesta di fronte la sede dell’Aams giovedì 22 febbraio. Al momento, per entrambi i prodotti, l’importo dovuto alla tassazione è di circa 5 euro su una boccetta da 10 ml. Praticamente il prezzo finale viene raddoppiato.