Melegatti resiste e ringrazia i consumatori. Di fronte alle voci di chiusura e di cassa integrazione per i suoi dipendenti l’azienda fa sapere che non si ferma e che si prepara già alla produzione pasquale.
Un esito tutt’altro che scontato in cui un ruolo da protagonisti l’hanno avuto, oltre ai lavoratori che hanno continuato a produrre nonostante a dicembre dovessero ricevere ancora tre stipendi arretrati , i consumatori che hanno fatto, come in altri casi è già accaduto (basti ricordare il caso della Rummo, dopo l’alluvione del 2015) una vera gara di solidarietà . Un po’ meno le catene di grande distribuzione che hanno continuato a vendere sottocosto anche i pandori della casa di San Giovanni Lupatoto.
A novembre era ripartita la produzione grazie all’intervento del fondo di private equity maltese Avalone. E il 7 novembre in tribunale è arrivata la proposta di ristrutturazione del debito. Entro marzo 2018 l’azienda dovrà estrarre dal cilindro una proposta credibile almeno per il 60% dei creditori per evitare il fallimento.
“Nonostante le caratteristiche di urgenza che hanno contraddistinto il minipiano di Natale – fa sapere l’azienda – siamo orgogliosi di poter comunicare ufficialmente che l’obiettivo prefissato è stato raggiunto. Nelle tre settimane di lavoro sono stati prodotti più di 1.500.000 pandori e panettoni, distribuiti su tutti i punti vendita nazionali, garantendo una copertura minima ma completa ed in linea con quanto fatto negli anni precedenti”.
E ha anticipato che sta “già lavorando per la predisposizione del piano di Pasqua che verrà affidato a nuove forze e permetterà all’azienda di compiere un altro fondamentale passo verso il completo risanamento”.
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