Una “tassa” di 7,50 euro per chi, nelle città, ha la sventura di dover acquistare in una farmacia notturna una medicina. Sarà bene tenerne conto, dato che l’aumento è del 100% (da 3,87 euro a 7,50, per l’appunto). E la stangata è ancora più pesante per le farmacie rurali eventualmente aperte di notte che passano da 4,91 euro a 10 di “sovrattassa”.
Il termine giusto è “diritti addizionali” ma la sostanza rimane la stessa, una batosta per chi avesse urgenza di un farmaco di notte. E a stabilirla è stato un decreto del ministro della Salute Beatrice Lorenzin emanato lo scorso settembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a ottobre.
L’unica alternativa? Presentarsi muniti di ricetta della guardia medica per un farmaco urgente.
Non è solo il supplemento per l’acquisto dei farmaci di notte ad essere aumentato, ma anche le preparazioni galeniche. “In molti casi si assiste al raddoppio dei prezzi. È vero che le tariffe per la vendita al pubblico dei medicinali erano ferme da 24 anni, dal 1993, ma non è accettabile che si stabilisca per legge il raddoppio delle tariffe in un colpo solo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Anche perché le preparazioni galeniche servivano alle famiglie proprio per risparmiare sulle vendite dei prodotti preparati industrialmente e troppo cari o per preparati non più disponibili in commercio con quel dosaggio. Insomma, si ricorreva anche per necessità” conclude Dona. Che chiede:”al ministero, che su questo decreto del 22 settembre 2017 si è limitato a sentire il parere della Federazione degli ordini dei farmacisti, come previsto dal Regio decreto del 1934, di aggiornarsi ai giorni nostri e sentire anche il parere delle associazioni di consumatori e di quelle dei malati” conclude Dona.
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