Ancora una volta le bustine di tè sotto accusa. Dopo il test di 60 Millions de Consummateurs sulla qualità nera, questa volta a finire in laboratorio sono state le bustine di tè verde. I risultati? Purtroppo sempre deludenti. Il mensile svizzero Bon a savoir ha fatto analizzare 14 marchi di tè verde: con l’eccezione di Lipton e Coop Naturaplan, sono state rilevate tracce di pesticidi in tutti i tè analizzati. (continua dopo la foto)
Non si salvano neppure i marchi blasonati come Twining: nel Pure Green Tea sono stati rintracciati 6 pesticidi diversi. Le quantità misurate rimangono entro i limiti di legge ma, come sempre, non sono presi in considerazione gli effetti sulla salute dell’uomo del cd “effetto cocktail”. (continua dopo la foto)
Le sostanze trovate
Partiamo dalle buone notizie. Il test svizzero ha premiato i marchi che avevano una più alta concentrazione di polifenoli, una sostanza presente nei tè verdi che procura benefici all’organismo. Un punteggio più basso, invece, è stato affidato agli infusi che avevano i pesticidi. Gli alcaloidi pirrolizidinici possono essere trovati nelle preparazioni di tè verde quando le piante selvatiche vengono raccolte nello stesso momento. In dosi elevate possono causare danni al fegato. Si sospetta inoltre che siano stati osservati effetti cancerogeni negli animali. Nel test svizzero, quindi, sono stati penalizzati (-0,5) i prodotti quando il valore di tolleranza giornaliera è superato con quattro buste al giorno per una persona da 60 kg; per quanto riguarda le quantità minori, la penalità era limitata a 0,2 punti. Il perclorato e i clorati possono inibire l’assorbimento di iodio da parte della tiroide. Le tracce di ciascuno di questi prodotti hanno portato ad una detrazione di 0,2 punti. L’antrachinone ha dimostrato di essere cancerogena negli esperimenti sugli animali. Una penalità di 0,5 punti è stata applicata a gradi superiori al valore raccomandato dall’Ue (0,02 g / kg). Tra 0,01 e 0,02 g / kg, è stato sottratto 0,2 punti.
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