Dispensava farmaci dietro regolare prescrizione medica, ma oltre a farlo nella sua farmacia di Badolato superiore, in provincia di Catanzaro, li dava anche ai clienti della sua parafarmacia di Badolato Marina. E per questo è stata processata per esercizio abusivo della professione (art. 348 del codice penale).
Carla Ceccotti, è stata però assolta dal Tribunale di Catanzaro, dato che possedeva le qualifiche per svolgere la professione di farmacista, in quanto laureata in farmacia, abilitata alla professione, titolare di una farmacia e regolarmente iscritta all’Albo professionale dell’Ordine dei farmacisti di Catanzaro.
La sentenza ha immediatamente riaperto una vecchia ferita, quella della mancata liberalizzazione della vendita di farmaci di fascia A da parte delle parafarmacie. Il presidente di Libere parafarmacie italiane Ivan Ruggiero, l’ha immediatamente rilanciata: “Non sono le mura a garantire la tutela della salute pubblica del cittadino, ma il farmacista, ovunque egli svolga la sua professione. La farmacia non è luogo esclusivo per dispensare i farmaci, lo ha specificato questa sentenza, anche in farmacia è possibile dispensare i farmaci con ricetta, basta il titolo”.
Inevitabile la richiesta al governo “liberalizzare immediatamente il settore: siamo stufi e umiliati di essere bloccati sulla fascia C e il delisting, quando poi possiamo dispensare tutto, come dichiara il giudice in questa sentenza”.
Una richiesta che trova poco ascolto nel Pd, almeno se si considerano le ultime proposte della vicepresidente dei deputati Silvia Fregulent, disponibile a inserire nella legge di bilancio una norma per l’assegnazione delle nuove licenze delle farmacie ai parafarmacisti. Un modo per cancellare un’esperienza di liberalizzazioni che in Italia si è fermata a metà.
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