Nessuna intenzione di confondere i consumatori ma solo un modo per sottolineare che il processo di lavorazione (fondamentale per la buona riuscita del prodotto finale) avviene per intero nel nostro paese. Fertitecnica Colfiorito, Citres e Conserve Bonetto ci hanno chiesto di precisare alcuni passaggi dell’articolo pubblicato qualche settimana fa in cui scrivevamo dell’accettazione da parte dell’Antitrust degli impegni presentati dalle 3 aziende. In particolare, l’Autorità aveva contestato loro l’uso di messaggi potenzialmente ingannevoli per i consumatori. Il procedimento si era chiuso con l’impegno delle tre imprese a rimuovere dalle etichette di alcuni dei loro alimenti le informazioni fuorvianti.
Fertitecnica Colfiorito:
“In riferimento all’articolo apparso in data 10 ottobre 2017 a firma di Valentina Corvino, dal titolo “Made in Italy tarocco, l’Antitrust bacchetta tre aziende” in cui si cita altresì la scrivente società tra quelle che “spacciavano per made in Italy” prodotti in realtà provenienti dall’estero ci teniamo a fornire alcune precisazioni al fine di un più corretto inquadramento dei fatti.
Innanzitutto si osserva che il procedimento avviato dall’A.G.C.M. in seguito a segnalazione di un consumatore, si è concluso con l’accettazione degli impegni volontariamente assunti dall’azienda in un’ottica di massima collaborazione e trasparenza.
L’accettazione degli impegni comporta la chiusura del procedimento senza accertare l’infrazione e non equivale, pertanto, ad una valutazione di scorrettezza della pratica commerciale oggetto di istruttoria.
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L’azienda nasce nel 1984 fondata dall’attuale titolare Ivano Mattioni, nativo di Colfiorito e molto legato al territorio, tanto che, nonostante la crescita esponenziale che l’azienda ha avuto nel corso degli anni, ad oggi resta ubicata a Colfiorito con lo stabilimento di produzione principale e la piattaforma logistica, impiegando oltre 100 dipendenti del territorio stesso.
Nel corso del tempo e con l’aumentare dei fabbisogni del mercato l’azienda si è specializzata nella selezione dei prodotti, ponendo attenzione soprattutto alla qualità ed alla salubrità dei prodotti stessi.
Oggi Fertitecnica Colfiorito è leader di mercato nella distribuzione di legumi, cereali e semi, rappresentando con la sua storica esperienza di ricerca, selezione e sviluppo di nuovi prodotti un “consulente” professionale sia per i clienti che per i consumatori adottando tecniche sempre più innovative in ambito di sicurezza alimentare (vedi progetto per la disinfestazione organica dei prodotti con CO2 ad alta pressione).
Le origini dei prodotti confezionati e commercializzai da Fertitecnica Colfiorito nel corso dell’anno agronomico possono essere diverse in funzione della disponibilità dei raccolti, regioni geografiche e climatiche. Proprio per garantire la consistenza della qualità ai nostri consumatori tutti i mesi dell’anno Fertitecnica seleziona raccolti e fornitori al fine di garantire ai consumatori la costante presenza di prodotto durante tutto l’arco dell’anno con la stessa qualità tutti i giorni, oltre che elevati standard di salubrità dei prodotti stessi.
Ciò premesso, nelle etichette il marchio aziendale “Colfiorito”, che identifica la storica sede della scrivente società, è sempre stato accompagnato dall’indicazione dell’origine agricola della materia prima stampata con marcatore ink-jet direttamente su sacchetto al termine del processo di confezionamento in maniera da poter sempre precisare lo Stato di provenienza di ogni singolo lotto.
In relazione al marchio nominativo “Colfiorito” la stessa A.G.C.M. afferma che “Si tratta di un marchio storicamente affermato nel settore della distribuzione di legumi, cereali e semi che ha effettivamente sede in un territorio colpito dai più recenti eventi sismici e che, in ogni caso, si adopera per salvaguardare l’impiego dei dipendenti rimanendo radicato sul territorio in cui è nata e si è sviluppata l’azienda che oggi vanta una gamma amplissima di referenze”
Ciò premesso preme evidenziare che gli impegni spontaneamente assunti dalla scrivente si limitano, di fatto, a rendere maggiormente visibile e di immediata percezione un’indicazione di fatto già presente in etichetta.
Alla luce delle sopra esposte doverose precisazioni valuti il lettore la congruità del titolo ed alcuni passaggi dell’articolo rispetto alla descritta situazione”.
Citres, invece, specifica che “l’etichettatura riporta la dicitura Product of Italy per sottolineare il processo di lavorazione (fondamentale nell’ottenere il prodotto che viene venduto) che viene effettuato interamente in Italia”. Inoltre, l’azienda ci tiene a sottolineare che “non è stata emessa alcuna sanzione, a riprova del fatto che non vi è stato alcuno spaccio di finto made in Italy”.
Conserve Bonetto
“Formulo la presente in nome e per conto e nell’interesse della ditta Conserve Bonetto di Sperotto Maria Pia dopo aver preso atto della mendacia delle affermazioni da Voi pubblicate, a danno della ditta di cui è titolare, nella vostra pagina “Facebook” ovvero nel Vostro editoriale Il Salvagente si è vista, suo malgrado, costretta a rivolgersi a questo studio, incaricandomi di adottare tutti gli opportuni provvedimenti del caso.
La mia cliente mi rappresenta, invero, che in data 10.10.2017 avete divulgato nel web l’informazione secondo cui Conserve Bonetto avrebbe, a Vostro dire “fatto credere ai consumatori di stare acquistando un prodotto made in Italy” nello specifico dei carciofi di provenienza estera, “Made in Italy tarocco” e, pertanto, sarebbe stata interessata da un provvedimento di “Stop” da parte dell’Antitrust (rectius “bacchettata”) ovvero sarebbe stata costretta a cambiare l’etichettatura dei prodotti.
Peccato che, come sopra accennato, le predette dichiarazioni siano destituite di ogni fondamento, ma quel che è più grave le parole utilizzate (spacciare, bacchettare, tarocco) hanno un forte senso denigratorio e ledono la reputazione commerciale della mia cliente.
Ma andiamo con ordine.
Le notizie da Voi riportate non sono vere: infatti sarebbe sufficiente leggere con maggiore attenzione la delibera, a Voi certamente nota, resa dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in data 20.09.2017, a conclusione del procedimento PS/10865, per comprendere come le Vostre affermazioni siano avulse dalla realtà dei fatti.
In primo luogo, Conserve Bonetto mai forniva ai consumatori informazioni fuorivianti sulla provenienza geografica delle materie prime dalla stessa impiegate e, di certo, la bandiera italiana riportata nelle etichette dei suoi prodotti non rispondeva a questo scopo.
Invero, nel “packaging” dei suoi prodotti, Conserve Bonetto riproduceva il Tricolore, accanto alla foto dell’alimento, solo ed esclusivamente per sottolineare che il luogo di lavorazione e di trasformazione dello stesso ha sede in Italia, e per inciso, a Bressanvido (Vi) ove è sita la sua sede operativa.
Nulla di più.
La presenza della bandiera italiana in etichetta, quindi, non mirava a beffare i consumatori sulla provenienza geografica della materia prima, tant’è vero che le società di ristorazione e catering, principali destinatari dei nostri lavorati, assieme alla merce ricevono anche una scheda tecnica del prodotto recante, in maniera dettagliata tutte le informazioni dello stesso, compreso l’indicazione della provenienza geografica della materia prima”.
Ebbene, non v’è chi non veda come questo comportamento non appartenga certo ad una ditta che vuole ingannare i suoi acquirenti, diffondendo messaggi fuorvianti sulla provenienza dei suoi lavorati o “made in Italy tarocco” dei prodotti che tali non sono.
In secondo luogo, è doveroso evidenziare che la rimozione della bandiera italiana dalle etichette dei prodotti venduti da Conserve Bonetto non è dovuta, come da Voi assunto, ad un provvedimento emesso dall’Antitrust nei suoi confronti ma è frutto di una determinazione della mia Cliente.
Invero nella memoria difensiva inviata all’Antitrust, oltre a spiegare i motivi secondo i quali, ad avviso della stessa, non era possibile che i loro prodotti generassero confusione ai consumatori (peraltro su tale aspetto l’Autorità Garante non si è pronunciata) ha formulato la proposta di impegno di eliminare la bandiera italiana da alcune sue etichette perché di fatto non aveva e non ha un particolare interesse, se non quello di terminare le scorte, a mantenere la bandiera italiana in un etichetta di fatto non era finalizzata ad attrarre clientela.
E ciò perché i prodotti de quibus sono finalizzati a società di catering e ristorazione che ben conoscono il ciclo produttivo della mia cliente e sono in possesso di tutte le informazioni necessarie per fornire ai preparati gastronomici, fatti con i prodotti Bonetto, ogni utile informazione.
A ciò si aggiunga che la mia Cliente nella sopracitata “Proposta di Impegni” informava l’Autorità garante di aver già provveduto ad eliminare il Tricolore da tutte le confezioni e si assumeva l’impegno ad utilizzare una nuova etichetta, priva della bandiera italiana, non solo per le confezioni di spicchi di carciofi oggetto del procedimento ma anche per ogni eventuale lavorato nella cui composizione potesse essere, eventualmente, presente anche un solo ingrediente primario di origine non italiana.
Tutte le sueposte iniziative, si ripete, non erano la conseguenza di un provvedimento sanzionatorio con cui l’Autorità garante vietava qualsivoglia pratica commerciale posta in essere da Conserve Bonetto ma erano frutto di una libera e autonoma iniziativa della Ditta.
Tale è il motivo per cui Conserve Bonetto non veniva “Bacchettata dall’Antitrust”.
A conferma si sottolinea, invero, che nella delibera di data 20.09.2017 la competente Autorità riteneva che “gli impegni presentati soddisfino i requisiti previsti dall’art.27 comma 7 del Codice del Consumo…siano idonei a far venire meno i possibili profili di scorretta della pratica commerciale oggetto di istruttoria” e soprattutto riteneva di “poter chiudere il procedimento senza accertare l’infrazione”.
E’ evidente, quindi, che quanto da Voi pubblicato sia oltremodo mendace e altamente denigratorio dell’immagine e della professionalità di Conserve Bonetto posto che non corrisponde per nulla alla realtà dei fatti.
Nel divulgare notizie artefatte sulla condotta commerciale di Conserve Bonetto Vi siete paventati come difensori di principi che, Voi stessi, in primis, con il Vostro comportamento e con la mendacia delle vostre allusioni, avete contraddetto”.