La parte variabile della tariffa sui rifiuti va calcolata una sola volta per le abitazioni con pertinenze. Oltre che illegittimo il conto che la replica per garage, cantine e così via è anche più oneroso per le tasche dei contribuenti. Secondo il Sole 24 Ore, si tratta di 280 euro in più all’anno: per aiutare i cittadini ad ottenere il rimborso di quanto pagato indebitamente il Movimento Difesa del Cittadino ha lanciato la campagna SOS Tari.
Una sola Tari per tutto l’immobile
Di recente sulla questione è intervenuto il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, chiarendo che la parte variabile non può essere conteggiata più volte e ammonendo i Comuni che, invece, agiscono in maniera errata. In sostanza, alcune amministrazioni comunali conteggiano la quota variabile non una sola volta sull’insieme di abitazione e pertinenze (garage, cantine) ma replicandola per l’appartamento e per ogni pertinenza. Spiega il Sole 24 Ore: “Nel caso, frequentissimo, di abitazioni a cui siano collegate pertinenze come il garage o la cantina, il calcolo corretto deve sommare i metri quadrati, e poi applicare le tariffe. Il calcolo illegittimo, che da Milano alla Puglia passando per centinaia di centri è stato in vario modo sviluppato dalle amministrazioni locali, divide invece l’abitazione dalle sue pertinenze. E replica la quota variabile per tutte le pertinenze, come se la presenza di garage e cantina moltiplicasse la capacità degli abitanti di produrre rifiuti (la quota variabile serve a misurare il conto sulla base dell’utilizzo del servizio)”.
Un artificio ai limiti della truffa
Commenta il presidente del Movimento difesa del cittadino, Francesco Luongo: “Che il cittadino contribuente sia da anni letteralmente depredato da una fiscalità locale fuori controllo e da aliquote ormai insopportabili per strati sempre più ampi della popolazione è una realtà, ma che ogni settimana si debbano scoprire veri e propri inganni ai danni del contribuente non è più sopportabile”.
Prosegue Luongo: “Un artificio contabile ai limiti della truffa. La tassa rifiuti è tra i balzelli più odiati dai cittadini perché, di fatto, è una vera patrimoniale sui metri quadri della propria casa a prescindere dalla produzione di rifiuti e dal servizio di raccolta e smaltimento spesso inefficiente o del tutto assente. Per fortuna la giurisprudenza sta affermando che i cittadini non sono soltanto bancomat da spremere a piacimento da parte di Comuni incapaci di gestire i servizi indispensabili”. L’associazione ha deciso di lanciare attraverso i suoi sportelli sul territorio una campagna per chiedere “il rimborso di quanto pagato illecitamente negli ultimi 5 anni per la moltiplicazione illecita della quota variabile. Le indicazioni del Mef – conclude Mdc – aprono la strada anche a possibili richieste collettive, con ricorsi al giudice tributario per la disapplicazione delle delibere illegittime se la risposta del Comune è negativa”.