Secondo una ricerca condotta dall’Università di Melburne e pubblicata sul Journal of Experimental Biology i salmoni di allevamento, rispetto ai “cugini” selvatici, crescono con una deformazione delle ossa dell’orecchio che causa sordità e, una volta “liberati” per il ripopolamento, muoiono più in fretta.
Le cause di questo handicap – secondo i ricercatori che si sono uniti al Norwegian Institute for Nature Research concentrandosi sui paesi con le più grandi produzioni allevate di salmoni al mondo e quindi Norvegia, Canada, Scozia, Cile e Australia – sono da ricercare nelle modalità di allevamento: stock intensivi di pesci selezionati geneticamente, rapida crescita attraverso l’alimentazione ed esposizione a luce prolungata.
L’assenza del benessere animale crea handicap
Questi tre fattori provocherebbero una deformità negli otoliti, le formazioni ossee dell’orecchio interno che rilevano il suono: nei salmoni allevati, come ha riportato l’Ansa.it, gli otoliti risulterebbero più leggeri e meno stabili, con una forma cristallina diversa e una quantità del minerale vaterite tre volte superiore dei loro ‘cugini’ selvatici.
La sordità , secondo lo studio, riguarda comunque il 95% dei pesci di allevamento ma per il salmone la situazione si complica, essendo un difetto irreversibile, in peggioramento nel tempo che gli impedisce di percepire i pericoli. Questo handicap diventa fatale per i salmoni che, cresciuti in cattività vengono poi rilasciati nei fiumi per il ripopolamento: a causa di questo difetto la loro sopravvivenza è da 10 a 20 volte inferiore a quelli selvatici.
Modificare gli allevamenti
I risultati dello studio, in base allo scopo della ricerca, dovrebbero contribuire a modificare le tecniche di allevamento: dal tipo di alimentazione all’illuminazione fino alla selezione genetica.
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