Mancano solo pochi mesi e in Francia, come nel nostro paese, saranno obbligatori 11 vaccini: ai 3 che lo sono attualmente, con il nuovo anno i bambini dovranno immunizzarsi contro pertosse, morbillo, parotite, rosolia, epatite B, Haemophilus influenzae, pneumococco e meningococco C. Puntuale, anche Oltralpe si è acceso il dibattito tra favorevoli e contrari. Abbandonata la tesi Wakefield bollata come non scientificamente “provata”, sul “piatto” francese ci sono questioni non ideologiche. Una su tutte, il potenziale tossico dell’alluminio contenuto come coadiuvante in alcune formulazioni. Sull’argomento, l’Autorità francese per la sicurezza sui farmaci si è trovata costretta ad intervenire sostenendo che “allo stato attuale non ci sono motivi ragionevoli per mettere in discussione il rapporto benefici/rischi relativo all’uso di sali di alluminio nei vaccini”.
Perché si usa l’alluminio
Ma andiamo con ordine. I sali di alluminio rappresentano una componente vaccinale importantissima poiché aumentano l’efficacia del vaccino, stimolando il sistema immunitario e permettendo di ridurre la quantità di antigeni necessari per produrre il vaccino e il numero di dosi da somministrare; prolungano la protezione immunologica e riducono la frequenza e gravità di diverse reazioni sistemiche e locali legando e rilasciando solo lentamente molecole biologicamente attive presenti nei vaccini
I pericoli
Qualche giorno fa, il quotidiano Le Parisien ha pubblicato – in esclusiva – uno studio condotto dall’equipe del professore universitario Romain Gherardi in cui si sostiene che l’alluminio contenuto nei vaccini raggiunge il cervello. L’alluminio viene in contatto con il nostro organismo in molti modi, pensiamo a quello utilizzato nei deodoranti. Tuttavia, se in questo caso la maggior parte del metallo accumulato nell’organismo viene esplulso  dai reni, nel caso dei vaccini la quantità iniettata nel muscolo passa completamente la barriera cutanea e finisce nell’organismo e da lì al cervello. Il professore non discute l’utilità dei coadiuvanti – necessari per migliorare l’efficacia dei vaccini – ma è convinto che l’alluminio possa essere sostituto con il fosfato di calcio senza intaccare le performances. Le conclusioni della ricerca – condotta sui topi – hanno convinto il professore della necessità di proseguire in questa direzione e trovare ulteriori conferme di quanto scoperto finora. Anche il Comitato scientifico dell’Ansm ha avuto modo di valutare lo studio: in una riunione di marzo lo ha definito “significativo” ma l’interesse è svanito quando il professore Gherardi ha chiesto alla stessa un contributo economico per proseguire le ricerche.