Chi guida un veicolo alto ha una visibilità migliore degli altri. Molti di noi probabilmente condividono questa affermazione… errata! A smontarla ci ha pensato un test del Touring Club Svizzero, che ha testato la visibilità circolare di 69 veicoli, con un particolare occhio di riguardo per i SUV. Con il risultato che proprio questi ultimi, nonostante spesso siano dotati di ausili elettronici per il parcheggio, sono risultati i veicoli più pericolosi, soprattutto nella retromarcia; mentre se la cavano bene quando marciano nel traffico. Pericolo, di questo si parla. Volete un esempio? Il conducente della Smart Fortwo, vincitrice del test svizzero nonostante la mancanza di ausili elettronici per il parcheggio, vede in retromarcia un ostacolo dell’altezza di 50 cm già da una distanza di 1,9 metri. Quello del SUV Ford Egde, al contrario, si rende conto della presenza dello stesso ostacolo soltanto da una distanza minima di 12,5 metri. Se al posto dell’ostacolo si immagina un bambino che gioca, magari su un’automobilina a pedali… forse vi stanno tornando in mente quei casi di cronaca terribili che riportano incidenti nei cortili di casa, con papà che fanno manovra distrattamente. E non pensate che il problema sia solo la visibilità posteriore; perché la situazione è analoga in caso di manovra di posteggio in avanti. La Skoda Octavia, risultata la migliore in questo test, consente al suo conducente di scorgere il paraurti della macchina parcheggiata davanti, simulato anche in questo caso da un birillo di 50 cm, quando è a soli 92 di distanza. Il SUV Peugeot 3008 GT, ultimo nella classifica di questa prova, moltiplica tale distanza a 2,7 metri.
Il test svizzero
Dal test dell’Organizzazione svizzera, reperibile all’indirizzo test.tcs.ch, sono emerse ai primi posti le piccole vetture (14 i modelli testati), che hanno registrato un punteggio del 74%. Subito dietro le station wagon (9 modelli), a quota 69%, grazie al vetro posteriore spesso di generose dimensioni e poco inclinato. Ancora, le compatte (11 modelli), al 64%, e le Limousine (8 modelli), grandi ma dotate spesso di buona visibilità, visto che hanno totalizzato uno score del 63%. Come anche i Monovolume. Che con 6 modelli provati sono pure essi al 63%. Tutte categorie di veicoli classificate a 3 stelle (su 5) per la visibilità. I SUV invece si fermano a 2 stelle, con uno score del 59%. Se vi state chiedendo quanto hanno contato gli ausili elettronici eventualmente presenti, il punteggio è stato influenzato percentualmente dalla situazione più negativa, la totale assenza di dotazioni elettroniche, a quella migliore: la presenza combinata di ausili ottici e acustici. Il test è stato influenzato molto anche dalla lunghezza del veicolo. Tanto più è lungo, quanto minore di solito è la visibilità. Così come un lunotto molto lontano dal guidatore, rende più piatto l’angolo di visione.
Le differenze da modello a modello
Differenze ovviamente sono emerse da modello a modello, anche all’interno dei differenti segmenti. Fra le compatte, ad esempio, emergono la Subaru Impreza e la Volkswagen Golf, con 4 stelle. Fra le utilitarie sono molte quelle a 4 stelle, ma ce ne sono anche alcune che si fermano alle 3: La Renault Clio, la BMW i3 Rex, la Opel Corsa, la Mazda 2 e la Nissan Micra. Fra le Limousine, 4 stelle le prendono solo la Hyunday Ionic e l’Opel Insignia; mentre Jaguar XE e Mercedes E220 AMG si fermano a 2. Nei SUV, quelli che garantiscono meno visibilità sono la Lexus NX300, la Mercedes GLC 200, la Ford Edge e la Peugeot 3008. Tutte a 2 stelle. Ma 4 le prendono Suzuki SX4, Peugeot 2008 e Infinity Q30.
Bene i monovolume
E i monovolume? Vanno abbastanza bene, a parte la Renault Grand Scenic, che totalizza 2 stelle. “Come dimostra il nostro test -scrivono in conclusione quelli del TCS-, oggi sul mercato ci sono ancora vetture che garantiscono una buona visibilità. Tuttavia, un design particolarmente eccentrico, come nel caso della Ford Edge o della Renault Espace, può ripercuotersi negativamente su questo aspetto”. Del tema dei pericoli legati alla visibilità offerta al conducente si sta parlando molto relativamente ai camion. Già lo scorso anno il sindaco di Londra ha pianificato una graduale estromissione dalle strade della sua città dei camion a cabina alta. Le statistiche dimostrano infatti che, pur rappresentando un 4% della mobilità, sarebbero responsabili del 22,5% degli incidenti mortali dei pedoni e del 58% di quelli dei ciclisti. E 8 ministri dei trasporti europei, a inizio 2017, hanno scritto una lettera alla presidente della Commissione Industria UE, Elzbieta Bienkowska, per chiederle di promuovere una revisione delle norme d’omologazione dei camion, proprio relativamente a questo punto della visibilità. Sono già imposti specchi particolari per ridurre gli angoli morti, e, laddove non è possibile garantire visibilità con questi, si sono installate telecamere. Test di laboratorio hanno però dimostrato che le reazioni dei conducenti sono molto più pronte se un eventuale ciclista o pedone viene visto direttamente, piuttosto che dal monitor della telecamera piazzato in cabina.
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