Prodotti tecnologici e informatici devono durare di più e per questo deve essere sempre possibile ripararli o aggiornarli. Il Parlamento europeo ha votato ieri una risoluzione con la quale invita la Commissione Juncker ha intraprendere iniziative concrete per contrastare il fenomeno della cosiddetta obsolescenza programmatica, ovvero la “vita a scadenza” – senza la possibilità in molti casi di riparazione – di smartphone, tablet, tv, computer, elettrodomestici e software.
Due consumatori su tre preferiscono riparare il vecchio che comprare il nuovo
Due giorni fa vi avevamo mostrato il video realizzato dal Parlamento europeo sui costi della non riparabilità degli oggetti hi-tech di uso quotidiano: un’iniziativa che anticipava il voto dell’Assemblea per chiedere alla Commissione maggiori tutele per i consumatori.
Del resto il 77% dei consumatori europei preferisce la riparazione dei prodotti al nuovo acquisto ma alla fine è spinto a sostituirli o a disfarsene a causa dei costi e dei servizi di riparazione.
I 5 punti contro l’obsolescenza programmata
Cosa chiedono gli europarlamentari alla Commissione? In sintesi le cinque cose più significative.
- L’introduzione di un “criterio di resistenza minima” per ciascuna categoria di prodotti fin dalla fase di progettazione;
- L’estensione della garanzia qualora la riparazione durasse più di un mese;
- Il consumatore può recarsi presso un riparatore indipendente ovvero devono essere scoraggiate le soluzioni tecniche, di sicurezza o i software che impediscono la riparazione al di fuori dei circuiti autorizzati;
- I componenti essenziali come batterie e Led non dovrebbero essere fissati nei prodotti, tranne per ragioni di sicurezza, per facilitarne la sostituzione e i pezzi di ricambio;
- Per garantire una migliore informazione al consumatore si propone la creazione di “un contatore dell’uso” per i prodotti di consumo più pertinenti, in particolare i grandi elettrodomestici.