Le precauzioni per evitare rischi ormai le dovrebbero conoscere anche i sassi. Non rimanere troppo a lungo al sole nei primi giorni, ma prendere la tintarella gradualmente. Non esporsi mai nelle ore centrali, dalle 11 alle 15, quando i raggi sono più potenti. Tenere conto della sensibilità al sole della propria pelle, classificata in fototipi: il fototipo 1, pelle colore latte o alabastro, che non si abbronza mai; il 2, pelle chiara, a volte con efelidi, tipo celtico, che si scotta ma a volte si abbronza; il fototipo 3, pelle olivastra mediterranea, che solitamente si abbronza ma a volte si scotta; e il fototipo 4, pelle marrone o nera, che non si scotta quasi mai e si abbronza sempre.
Usare sempre la crema protettiva, anche quando il cielo è coperto di nuvole e anche se si sta sotto l’ombrellone. Cospargersi di crema prima di andare in spiaggia e dopo ogni bagno.
La crema protettiva è, dunque, un cosmetico di cui non si può fare a meno. Uno strumento di difesa, insomma. Ma qual è la migliore?
Per rispondere al quesito abbiamo messo sotto la lente 14 prodotti tra i più venduti (come Avène, Garnier, Biotherm, Nivea, La Roche Posay, Vicky, Piz Buin) con protezione alta, Spf 30: tutti i nomi e i giudizi li trovate nel nuovo numero in edicola, disponibile anche in formato digitale.
Come scegliere la protezione
L’abbiamo fatto con l’aiuto del mensile inglese Which? e dell’associazione spagnola Ocu. Come? Innanzitutto abbiamo verificato se il fattore di protezione indicato in etichetta (Spf) corrisponda a quello reale. L’Spf si riferisce principalmente ai raggi UvB, ovvero ai responsabili dell’abbronzatura, ma anche delle scottature (eritema solare) e delle reazioni allergiche. Le raccomandazioni europee in tema di prodotti solari hanno consigliato per l’etichettatura di questi cosmetici, le diciture: protezione bassa (Spf da 6 a 14,9), media (Spf da 15 a 29,9), alta (Spf da 30 a 59,9) e molto alta (Spf oltre 50). Questo per evitare confusione e/o determinare la diffusione di informazioni errate.
Il rischio dei raggi UvA
Ma una buona crema non deve proteggere solo dai raggi UvB. Deve anche essere capace di fare da filtro contro i più pericolosi raggi UvA che rappresentano circa il 95% della radiazione ultravioletta che arriva sulla superficie terrestre. Attraversano le nuvole, il vetro e l’epidermide e, diversamente dagli UvB, sono indolore e in grado di penetrare molto in profondità nella pelle, fino a raggiungere le cellule del derma. In quanto principali cause della produzione dei radicali liberi, gli UvA possono alterare le cellule nel lungo termine e provocare danni gravi alla cute. Una buona crema con un Spf 30 deve, ad esempio, avere un fattore di protezione UvA pari a 10. Una proporzione che, per fortuna, rispettano tutte le creme del test.
Infine, non va dimenticato che la cute è un organo che interagisce con le sostanze con cui viene a contatto e per questo bisogna scegliere con cura ciò che ci spalmiamo. Uno sguardo alla lista degli ingredienti può permettere di scegliere i prodotti che non contengono conservanti troppo aggressivi, siliconi, sostanze allergenizzanti e filtri Uv poco sicuri. Noi lo abbiamo fatto per voi bocciando e promuovendo alcuni dei prodotti che sono sul mercato. Vi diamo appuntamento in edicola (o nel nostro negozio digitale).