L’Ue deve sostenere l’economia “collaborativa”, garantendo allo stesso tempo la concorrenza leale e il rispetto dei diritti dei lavoratori e degli obblighi fiscali. Per questo il Parlamento europeo ha votato una risoluzione non legislativa approvata con 510 voti favorevoli, 60 contrari e 48 astensioni, evidenziando la necessità di affrontare le zone grigie delle normative nazionali in vigore, che causano notevoli differenze tra gli Stati membri e quindi rendono più difficile la crescita del settore.
“Una strategia europea sull’economia collaborativa è indispensabile – ha detto l’eurodeputato e relatore Nicola Danti – L’obiettivo deve essere quello di evitare che regole diverse si applichino a servizi analoghi tra economia tradizionale e collaborativa, sia per quanto riguarda l’accesso al mercato sia per quanto riguarda il prelievo fiscale, garantendo così una concorrenza leale tra operatori online e offline nonché tra questi e i cosiddetti prosumers”.
Secondo un sondaggio del 2016 dell’Eurobarometro, si stima che il 17% dei consumatori abbia utilizzato i servizi forniti dall’economia collaborativa e il 52 % sia a conoscenza dei servizi offerti. Il principale settore dell’economia collaborativa è quello della condivisione dell’alloggio, sulla base del commercio generato, mentre i trasporti condivisi lo sono in termini di entrate generate dalle piattaforme.
Molte le raccomandazioni approvate dagli eurodeputati nell’ultima sessione. Si tratta di interventi in diversi settori:
• fornitori individuali o professionisti: sono necessari criteri effettivi per distinguere tra “pari” (peer-to-peer), ovvero i cittadini che forniscono un servizio su base occasionale, e “professionisti”, con principi a livello UE e soglie a livello nazionale (ad esempio basate sul reddito)
• diritti dei consumatori: i consumatori devono essere informati sulle regole che si applicano a ciascuna transazione e sui loro diritti. Le piattaforme collaborative dovrebbero prevedere sistemi efficienti per le procedure di denuncia e risoluzione delle controversie
• responsabilità: la Commissione dovrebbe chiarire ulteriormente e quanto prima i regimi di responsabilità da applicare alle piattaforme di collaborazione
• diritti dei lavoratori: dovranno essere garantite condizioni di lavoro eque e protezioni sociali adeguate a tutti i lavoratori dell’economia collaborativa; i lavoratori dovrebbero essere in grado di beneficiare della portabilità delle valutazioni e recensioni ricevute online, che rappresentano il loro valore nel mercato digitale
• tassazione: obblighi fiscali analoghi dovrebbero essere applicati alle imprese che prestano servizi comparabili, sia nell’economia tradizionale che nell’economia collaborativa. I deputati chiedono alle piattaforme online di collaborare verso questo scopo.