Blue Whale, il folle gioco inventato per portare al suicidio gli adolescenti, è ormai un fenomeno mediatico di cui si fa a fatica a capire i contorni. Di certo c’è che solo nell’ultima settimana il tribunale per i minorenni a Milano ha ricevuto una decina di segnalazioni, come riporta il procuratore capo Ciro Cascone, in un’intervista al Corriere della Sera. “Solo nell’ultima settimana abbiamo avuto una decina di segnalazioni, tra Milano e le province lombarde che seguiamo, e altre ne arrivano. Circa la metà paiono falsi allarmi. Gli altri casi invece sono delicati, da approfondire: il sospetto concreto che siano legati alla Blue Whale c’è. In questo momento i ragazzini di 12-15 anni sono molto incuriositi», riflette Ciro Cascone, procuratore capo al Tribunale per i minorenni a Milano, che aggiunge: “Ci sono stati riferiti dalle scuole e non dai genitori. Stiamo approfondendo una storia che coinvolge una ragazzina nata nel 2002, due nel 2004 e uno nel 2005. Quasi tutte femmine. La pagina da cui è partita una delle minori aveva scritte anche in russo. Taglietti sulle labbra, tre verticali vicino al polso, la sigla “F57” o una “A” incisa sul palmo della mano. Raccontano tutte di un “curatore” che aggancia sul web e si fa dare il numero di telefono. Da quel momento comunica solo via WhatsApp”. Per questo è importante saper riconoscere i primi segnali e aiutare i ragazzi in difficoltà.
I dati preoccupanti dei pediatri italiani
Intanto, un’indagine della Società Italiana di Pediatria, presentata in occasione del Congresso Nazionale a Napoli, e svolta con sondaggi a 10mila ragazzi tra i 14 e 18 anni, rileva l’esistenza un disagio emotivo diffuso tra i giovanissimi accanto a una distanza dalle figure adulte di riferimento. Il dato più inquietante, anche alla luce del fenomeno Blue Whale, è che Il 15% del campione si è inflitto lesioni intenzionalmente spesso per trovare un sollievo (o per puro piacere). “Un dato allarmante se si pensa che la presenza di questi comportamenti è descritta, in letteratura, come un fattore correlato ad un aumentato rischio di suicidalità in adolescenza”, afferma Annarita Milone, Dirigente Neuropsichiatra Infantile presso IRCCS Stella Maris di Pisa. “La letteratura internazionale segnala come queste condotte disfunzionali tendano rapidamente a dilagare in contesti scolastici e in gruppi adolescenziali, a causa di fenomeni di imitazione di gruppo. Sono particolarmente frequenti in minori caratterizzati da fragilità emotiva e tratti depressivi e devono essere un segnale da accogliere rapidamente per permettere l’attivazione, in sede specialistica, di approfondimenti diagnostici e interventi terapeutici”.
Ma il problema è più grande del gioco
I dati riguardanti il disagio giovanile oltre che preoccupare dicono anche che probabilmente si rischia di attribuire all’odiosa Blue Whale responsabilità su disagio e desiderio di annullamento che in tanti adolescenti sono presenti in ogni caso. Così, anche in Russia, dove sono stati registrati la maggior parte di casi sospetti e dove il gioco sarebbe nato, la situazione appare più complessa e opaca di quanto sbandierato dai titoli e dai servizi più sensazionalistici. Come racconta l’inchiesta di Michela Ag Iaccarino sul settimanale Left, “Tra balene blu e o bufale di un altro colore, solo una notizia è certa: Il tasso di suicidio tra i bambini russi è altissimo. I dati parlano di una Russia che, dopo Suriname e Kazakistan, è terza per numero di minori che ogni anno scelgono di togliersi la vita”.