Sequestrati su scala nazionale circa 2 milioni di shopper non in regola e 2.380 Kg di materia prima per la produzione dei sacchetti, con contestazione di centinaia di illeciti amministrativi, per un totale di sanzioni pecuniarie pari a 3 milioni di euro e il deferimento all’Autorità Giudiziarie di numerosi soggetti che si sono resi responsabili del reato di “Frode nell’esercizio del commercio”. E’ questo il bilancio dell’operazione del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale della Guardia di Finanza che ha intensificato attività preventive e repressive nel settore degli imballaggi di materiale plastico non rispondenti ai vigenti dettati normativi. Nell’operazione, la Guardia di Finanza si è avvalsa della collaborazione dell’Associazione italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili (Assobioplastiche), fortificata dal contributo fornito dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) – Umbria per le necessarie analisi di campioni di sacchetti.
Come si riconoscono le shopper “legali”
Le buste di plastica devono rispondere ai requisiti indicati dall’articolo 2 del decreto legge 25 gennaio 2012: quelle monouso devono essere biodegradabili e compostabili secondo lo standard UNI EN 13432, quelle riutilizzabili devono avere uno spessore superiore ai 200 micron con maniglia esterna e oltre i 100 micron con maniglia interna se destinate a trasportare alimenti, mentre rispettivamente superiori a 100 e 60 micron per quelle non destinate al trasporto di alimenti. Questa immagine vi aiuterà (continua dopo la foto)
Queste, invece, sono le shopper da evitare.
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