Preparazioni dimagranti: ecco perchè tè verde e aloe sono vietati

La pubblicazione del decreto del ministero della Salute (del 22 Dicembre, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.1 del 2 gennaio 2017) che vieta l’utilizzo nelle preparazioni galeniche dimagranti di ben 40 principi attivi (tra cui tè verde, aloe, caffeina, finocchio e rabarbaro) ha allarmato i nostri lettori che si sono chiesti come mai il divieto riguardi anche sostanze comunemente e da tempo usate.

 

ALOE E FINOCCHIO FANNO MALE?

Ci aiuta a fare un po’ di chiarezza la dott.ssa Annunziata Lombardi, Farmacista Specializzata in Galenica Tradizionale e Clinica: “Il divieto contenuto nel decreto ministeriale è originato da un’analisi condotta dalla Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa secondo cui mancano studi validi che dimostrino la sicurezza e l’efficacia dei principi attivi utilizzati da soli o in associazione in preparazioni per scopi dimagranti.

Dunque, aloe, tè verde o finocchio in sé non sono nocivi? “No, non sono nocivi. Il Ministero ne contesta l’uso ‘a scopo dimagrante’ sostenendo che per i principi attivi menzionati non esistono evidenze scientifiche che ne dimostrino l’efficacia nella terapia del sovrappeso, né studi che dimostrino la sicurezza in associazione tra di loro. In pratica, il Ministero ritiene inappropriato l’uso di questi farmaci nelle diete dimagranti perché teme possibili effetti nocivi sulla salute delle persone.

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“Questo divieto, tuttavia,  non riguarda le sostanze in sé ma solo il loro utilizzo nelle preparazioni galeniche prescritte dal medico e allestite dal farmacista. La stessa sostanza, dunque, può essere assunta se contenuta in un prodotto industriale ma non può essere utilizzata in una preparazione galenico magistrale personalizzata ad hoc per il paziente”.

“E il dibattito – conclude la dottoressa – purtroppo dimentica i tanti pazienti obesi che finora hanno avuto fiducia nelle preparazioni galeniche e adesso non sanno cosa fare”.

 

VIOLANTE (SIFAP): CITTADINI E PAZIENTI DISORIENTATI

“Un decreto scritto malissimo – tuona il dott. Cosimo Violante, farmacista e componente della Sifap, Società italiana farmacisti preparatori -che ha creato un allarme incredibile tra i cittadini. Il decreto, infatti, vieta la prescrizione medica di quei principi attivi in preparazioni dimagranti ma questo lo capiscono solo gli addetti ai lavori. Le persone comuni sono disorientate“. E lancia una provocazione: “I cittadini dovrebbero inondare la mail del ministero per chiedere direttamente al ministro se il finocchio fa male oppure no!”. Inoltre, le sostanze finite nella lista nera “sono state vietate solo per prescrizione medica, magistrale, ma si possono tranquillamente comprare in erboristeria“.
Una grande preoccupazione riguarda poi i pazienti obesi che “ora non sapranno come curarsi e c’è il rischio che ci si rifugi nell’auto-cura”.

Insomma, per Violante il decreto è un vero e proprio attacco contro medici, farmacisti e pazienti, oltre che “la morte della galenica”, cui rimangono ormai sempre più ridotti spazi d’azione.

UTIFAR: IL DECRETO VA CONTRO I FARMACISTI

Dello stesso tenore è la nota pubblicata sul proprio sito, dal’Utifar (Unione tecnica italiana farmacisti) che ha espresso serie critiche al decreto pubblicato due giorni fa, attraverso le parole del presidente dell’associazione, Eugenio Leopardi: “il decreto vieta al farmacista di esercitare appieno la professione” perché “vieta l’allestimento di preparazioni utilizzate da molti anni; proibisce al farmacista di allestire farmaci richiesti dal medico con dosi personalizzate per il paziente; proibisce al farmacista di preparare farmaci che ormai l’industria non produce più, perché poco remunerativi”. Tanto che c’è da chiedersi “perché in passato il legislatore abbia obbligato le farmacie ad essere dotate di un laboratorio galenico”. “Inoltre, vietare preparazioni galeniche a base di sostanze quali il rabarbaro o il finocchio, di uso ormai comune e consolidato, non può essere considerato un provvedimento che va nella direzione della tutela della salute pubblica. Sembra invece un provvedimento in linea con quella politica del ‘no a prescindere’ che ultimamente sta guidando molti provvedimenti legislativi”, conclude la nota dell’Utifar.