Basterà l’aumento di capitale per salvare Mps? E l’intervento – sempre più imminente – dello Stato sarà risolutivo? Nei prospetti informativi per la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni per l’aumento di capitale – partito oggi e che si concluderà giovedì – il Monte dei Paschi di Siena spiega che l’operazione potrebbe non bastare per assicurare la “continuità aziendale”.
Correntisti in fuga
Nello stesso documento si dettagliano i numeri della fuga dei correntisti: da fine settembre al 13 dicembre sono stati chiusi conti correnti per 6 miliardi, e l’istituto di Siena, solo dal 4 dicembre, data del referendum, a metà dicembre ha perso 2 miliardi. A questi si devono aggiungere i 13,8 miliardi persi nei primi nove mesi dell’anno, portando a 20 miliardi bruciati nel corso del 2016. Se nel 2015 nelle casse del Monte vi erano depositi per circa 120 miliardi oggi la raccolta nelle casse della banca è crollata a 100 miliardi.
Una voragine che difficilmente tenderà a chiudersi visto anche le preoccupazioni crescenti dei correntisti “rimasti” in Mps. La conversione dei bond subordinati si chiuderà mercoledì 21 dicembre el ’operazione è rivolta soprattutto ai 40mila piccoli risparmiatori in possesso delle obbligazioni subordinate per 2 miliardi. I primi, per intenderci, che insieme agli azionisti in caso di bail-in (salvataggio della banca con mezzi propri) saranno chiamati a contribuire per appianare il crac. I correntisti invece, in caso di bail-in, rischierebbero solo coloro che hanno depositi superiori a 100mila euro e solo per la parte eccedente questa quota.
Quanto Stato?
Il bail-in si allonerebbe qualora il ministero dell’Economia decidesse, venerdì o al più tardi sabato, di “coprire” con soldi pubblici l’aumento di capitale necessario a Mps a non gettare la spugna. In questo caso lo Stato, già detentore del 4% della banca senese, dovrebbe aumentare la propria quota azionare senza però naturalmente prenderne il controllo: soldi necessari al salvataggio ma non, per intenderci, al controllo del consiglio di amministrazione.
Oltre a Mps però il decreto “salva banche” dovrebbe riguardare altri istituti “traballanti” a cominciare da Carige, Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza. Un’iniezione di liquidità in extremis per evitare la crisi del settore bancario.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente