Buoni fruttiferi, “Attenti ai rendimenti riconosciuti da Poste”

libretti postali

Federconsumatori lancia l’allarme sui rendimenti dei buoni fruttiferi postali, serie Q, in scadenza a fine anno. “Il 31 dicembre 2016 – si legge in una nota dell’associazione – scade il termine di durata trentennale dei buoni postali fruttiferi ordinari emessi nell’anno 1986 in base al decreto del ministero del Tesoro, di concerto con il ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, il 13 giugno 1986, che ha istituito la serie ordinaria “Q” dei buoni postali fruttiferi”.

Questi buoni possono recare sul retro un timbro a secco con rendimenti fino al 20esimo anno diversi rispetto a quelli originari. Tale timbro, spiegano dalla Federconsumatori,  si sovrappone alla tabella di rendimento stampata sul buono. “Ciò comporta che i risparmiatori hanno diritto alla liquidazione in base ai rendimenti indicati sul timbro i quali possono essere superiori rispetto a quelli previsti originariamente dalla tabella stampata sul buono”, come del resto hanno indicato diverse sentenze.

Fa fede il timbro

Diversi giudici di merito (ex multis Tribunale Bergamo, sentenza nr. 1788/2016), l’Arbitro Bancario Finanziario (ex multis decisione n. 38/12 e n. 315/11), nonché la Corte di Cassazione (ex multis  Cass. Civ. Sezione 1 16/12/2005 n. 27809 e Cass. Civ. Sezioni Unite n. 13979/2007) hanno affermato la prevalenza delle condizioni riportate sul titolo ed accettate dalle parti rispetto a quelle dettate dal Dm del Tesoro 13/06/1986 (Gazzetta Ufficiale 28 giugno 1986, n. 148) e applicate da Poste Italiane nella liquidazione di detti buoni.

“Suggeriamo ai risparmiatori che volessero in ogni caso riscuotere il buono – spiegano dall’associazione – di apporre sulla dichiarazione liberatoria la precisazione che ‘l’importo viene riscosso con espressa riserva di una verifica che lo stesso sia correttamente liquidato e dunque a titolo di acconto sulla maggior somma che si ritiene dovuta’”.

Federconsumatori offre assistenza ai possessori dei titoli in scadenza e ricorda che, stante le resistenze di Poste Italiane, è riuscita già “in innumerevoli casi, a far liquidare le somme così come previste dal timbro apposto sul buono postale”.

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