Si rischia di andare incontro a un’era post-antibiotica. L’allarme, sempre più pressante, arriva dall’Oms nella settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici. E il 18 novembre, in particolare, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) organizza la Giornata europea degli antibiotici. La preoccupazione, confermata dall’Organizzazione mondiale della salute è il tasso sempre crescente di antibiotico-resistenza nel mondo: l’organismo umano assume questo tipo di farmaci anche tramite il cibo che manda, a causa del massiccio uso che se ne fa negli allevamenti, e col tempo aumentano i soggetti che hanno sviluppato un’assuefazione.
Le storie di Paolo, Lill e Mohammed
Tra le storie raccolte dall’Ecdc, quella di Paolo, 55enne professore universitario di Roma, che si è ammalato di una grave infezione urinaria causata da un E. coli resistente a molti antibiotici. Ci sono voluti due mesi e tre cicli di antibiotici diversi prima che Paolo potesse guarire dall’infezione. A Lill-Karin, Norvegia, è stato riscontrato un batterio resistente a molti antibiotici in seguito a un incidente e a una degenza in ospedale mentre si trovava in vacanza all’estero. Il ceppo di batteri era così resistente che esisteva un unico antibiotico in grado di eliminarlo. Lill-Karin ha dovuto trascorrere molto tempo dentro e fuori dagli ospedali per sconfiggere l’infezione. Mohammed invece ha vive nel Regno Unito, ad aprile 2011, gli era stato diagnosticato una leucemia mieloide acuta, ma il batterio che è stato isolato dal sangue di Mohammed era resistente a molti antibiotici, tra cui la classe di antibiotici di ultima linea denominati carbapenemi. I medici di Mohammed sono stati in grado di guarirlo utilizzando gli antibiotici giusti perché avevano eseguito le culture in tempo e condotto le analisi di laboratorio per scoprire quali antibiotici erano efficaci contro il batterio che gli era stato riscontrato.
L’Italia tra i Paesi più antibiotico-resistenti
Proprio pochi giorni fa l’Ocse ha pubblicato un nuovo rapporto sul consumo di antibiotici con dati aggiornati al 2014. E l’Italia, nello specifico, è il terzo Paese con un tasso maggiore di resistenza al trattamento a base di questo tipo di farmaci, dietro soltanto alla Turchia e alla Grecia. Negli ultimi anni il consumo di antibiotici nei paesi Ocse, è cresciuto in media del 4%, a causa anche dell’elevato utilizzo che se ne va negli allevamenti, le cui tracce vengono assorbite dagli umani tramite l’alimentazione. La media è di 20,5 dosi ogni 1.000 abitanti. L’Italia, dove il consumo è cresciuto del 6% negli ultimi dieci anni, ne consuma 27,8. In cima alla classifica negativa Turchia (41) e Grecia (34). Gli stati che ne consumano di meno, invece, sono Cile e Olanda. Nel caso della percentuale di antibiotico-resistenza, l’Italia è seconda solo a Turchia e Grecia, con un 33%, praticamente raddoppiata rispetto a dieci anni fa.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente