A qualche azienda piace poter dire che è sempre colpa di qualcun altro. E sembra proprio che stia diventando uno sport quello di poter dire, ha sbagliato l’Antitrust, ha sbagliato il laboratorio di analisi, hanno sbagliato i consumatori, e, pur prescindendo dal settore merceologico, un ricorso al Tar alcune aziende non se lo fanno mancare una volta che sono stati presi con le mani nella marmellata e sanzionati dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta. E il Tar altro non può fare che intervenire sulle questioni amministrative e sui cavilli dei regolamenti, che troppo spesso non sono dalla parte dei consumatori.
Lidl, Coricelli e non solo
Il ricorso al Tar di imprese come Enel, sia servizio elettrico che energia, di Acea, Edison, Eni, Lidl e Coricelli, sanzionati per aver venduto olio vergine al posto del ben più pregiato extravergine, lo interpreto come un gesto di arroganza contro il consumatore, come volontà di respingere il confronto, come segno di lesa maestà. Voler ricorrere a tutti i costi per scrollarsi di dosso delle responsabilità accertate non è un bel segnale per un mercato che deve evolvere, ed i protagonisti di questi ricorsi sono i big del mercato non imprese residuali. Apprezziamo molto di più quelle imprese che senza supponenza si sono confrontate ed hanno cercato di interpretare il malessere del consumatore con interventi sulle procedure, sui contratti, sulla filiera, sulla qualità, anche concordandoli con le associazioni di tutela degli utenti.
Il confronto dopo una sanzione non è resa
Ed è proprio questo il segnale che vorremmo da tutte le imprese: cadere è possibile, anche per noi associazioni, ma l’impegno è quello di cercare un percorso condiviso per migliarare il rapporto tra aziende e consumatori. Il confronto, anche dopo una sanzione, non è un segno di resa, è l’evoluzione di un percorso che interpretando il malessere di qualcuno porta ad un protagonismo fatto di concorrenza vera, di un servizio evoluto, di trasparenza.
Saremo parte civile
L’Agcm è un’Autorità indipendente, non parteggia per uno o per l’altro, solo per una sana concorrenza in un mercato dove la trasparenza è il primo paletto che si deve rispettare per permettere di orientare le proprie scelte con la giusta consapevolezza. Se ciò non avviene non è un Tar, sulla base di una procedura amministrativa, ad annullare multe che riportano il mercato nella corretta dimensione. Altrimenti è un gioco alla delegittimazione, in cui tutti ne escono perdenti.
Per questo motivo Rete Consumatori Lazio di cui Konsumer Italia fa parte ha deciso di costituirsi parte civile al Tar nel procedimento contro le multe Antitrust per difendere nel merito la decisione del Garante, contro chi ha beffato i consumatori e ora cerca, con un cavillo, di non pagare la multa.
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