L’acrilammide? Non è presente solo nei cibi fritti, la contaminazione riguarda anche la frutta secca e in special modo nelle prugne e nelle arachidi. Una nuova ricerca condotta dall’Università di Modena e in collaborazione con Coop Italia ha messo a punto un metodo per l’estrazione di acrilamide, sostanza cancerogena che si produce durante la cottura ad alta temperatura, e la determinazione del suo contenuto nella frutta secca.
Prugne e arachidi le più contaminate
Per la rilevazione delle concentrazioni sono stati analizzati 68 campioni di frutta secca prelevati al supermercato: prugne secche, uva passa, mandorle, nocciole, arachidi, pinoli, pistacchi e noci. Le prugne secche e le arachidi sono risultati gli unici campioni sensibilmente contaminati da acrilamide, da 14,7 a 124,3 mg/kg e da 10,0 a 42,9 mg/kg, rispettivamente, come conseguenza del processo di essiccazione. Infatti, le prugne vengono essiccate a 70-80 gradi per un tempo piuttosto lungo (24-36 ore), mentre le arachidi subiscono un processo di tostatura più intenso e veloce (160-180 °C per 25-30 min).
Il verdetto dell’Efsa
L’acrilammide è una sostanza chimica che si forma naturalmente negli alimenti amidacei durante le usuali cotture ad alta temperatura (frittura, cottura al forno e alla griglia, e anche trasformazione industriale a più di 120°C e bassa umidità). Il principale processo chimico che causa ciò è noto come reazione di Maillard; è la stessa reazione che conferisce l’aspetto abbrustolito ai cibi e li rende più gustosi. L’acrilammide si forma a partire da alcuni zuccheri e aminoacidi (soprattutto da un aminoacido chiamato “asparagina”) che sono naturalmente presenti in molti alimenti. L’acrilammide risulta anche da molti usi industriali non alimentari. È presente anche nel fumo di tabacco.
Una volta ingerita, l’acrilammide viene assorbita dal tratto gastrointestinale, distribuita a tutti gli organi e ampiamente metabolizzata. La glicidammide è uno dei principali metaboliti che risultano da questo processo ed è la più probabile causa di mutazioni genetiche e tumori riscontrati in studi su animali.
Nel giugno 2015 l’Efsa, dopo una lunga disamina, sancì che l’acrilammide può aumentare il rischio di sviluppare il cancro nei consumatori di tutte l’età.
I risultati del test del Salvagente
Nel 2011 il Salvagente tramite il Labs, il Laboratorio di alimenti, benessere e sicurezza dell’Università Federico II di Napoli diretto dal professor Alberto Ritieni analizzò 52 campioni di frutta secca tostata alla ricerca di contaminanti rischiosi per la salute, tra i quali proprio l’acrilammide. I risultati? Già allora la presenza della sostanza cancerogena “svettava” nelle arichidi tostate, nelle mandorle e in un mix salato di frutta secca per aperitivo.