Aiab, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, plaude all’approvazione definitiva della legge contro il caporalato ma chiede “misure specifiche per evitare che tutto resti sulla carta”. In una nota Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab, spiega: “Finalmente e anche se con molto ritardo il paese si è dotato di uno strumento per sconfiggere la piaga del caporalato. Ora servono misure che consentano di renderla operativa incentivando provvedimenti premiali per le aziende rispettose delle leggi e dei contratti, con particolare riferimento alla certificazione etica delle imprese agricole, al collocamento dei lavoratori e a un’equa politica dei prezzi. ll primo a non riconoscere il valore della qualità e del lavoro, incentivando l’illegalità, è proprio il ‘mercato’ che abbatte i costi alla produzione per poi espanderli al consumo. Bisogna urgentemente ridurre questa forbice tra i prezzi di produzione. Bisogna poi escludere dai finanziamenti pubblici, a partire dai nuovi Piani di Sviluppo rurale, le aziende che sfruttano i lavoratori e si avvalgono del caporalato”.
“Sani, buoni e legali”
L’agricoltura biologica, ricordano dall’Aiab, nella gran parte dei casi, oltre ai requisiti ambientali, risponde anche ai requisiti etici. “Il marchio Garanzia Aiab, rafforza ancora di più questo principio: oltre ad attestare l’applicazione di criteri produttivi più restrittivi dello stesso Regolamento europeo sul bio prevede, tra i criteri per il suo ottenimento, il rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro in vigore“. I cibi biologici insomma sono, per dirla con le parole di Vizioli “Sani, buoni e legali! Una dimostrazione dell’impegno che da sempre Aiab mette nella diffusione tra produttori e consumatori della cultura della legalità e del rispetto dei diritti”.