Al parco col cane? In teoria, nessuno potrebbe vietarlo. Molti tribunali amministrativi, da ultimo quello del Lazio, stanno dichiarando illegittimi i regolamenti comunali che vietano l’ingresso dei cani nella aree pubbliche.
Il Regolamento nazionale
La materia è molto complessa. A livello nazionale nessuna norma impedisce l’ingresso ai cani a luoghi, strade  e mezzi pubblici a patto che abbiano guinzaglio e museruola (Regolamento di Polizia Veterinaria – D.P.R. n. 320/1954). Su questa normativa si aggiungono, poi, una serie di atti normativi emanati da enti locali (leggi regionali, nonché soprattutto ordinanze o regolamenti a livello comunale) che causano una incertezza e una difformità di normativa tra singoli comuni anche molto marcata: il sindaco, infatti, tipicamente decide in autonomia come regolare la materia, disciplinando l’ingresso degli animali nei luoghi pubblici del comune (e vietandolo nei luoghi sensibili, come scuole e ospedali), spesso lasciando al singolo esercente la facoltà di decidere se permettere l’accesso dei cani alla propria attività (luoghi aperti al pubblico). Tali norme generalmente sono contenute nel Regolamento per la tutela degli animali, nel Regolamento di Igiene urbana Veterinaria oppure – in ultima istanza – nel Regolamento di Polizia Urbana.
Il divieto è sproporzionato
Regolamenti che i tribunali amministrativi stanno dichiarando illegittimi. Il Tar del Lazio con sentenza 5836/2016, accogliendo il ricorso di un’associazione animalista ha annullato l’ordinanza del comune che aveva proibito l’accesso indiscriminato ai cani in tutte le aree verdi pubbliche. Motivo? Il divieto – secondo i giudici – è sproporzionato: basta, infatti, la legislazione nazionale che impone ai proprietari e detentori di animali di munirsi di guinzaglio e paletta. I giudici amministrativi sostengono che le amministrazioni locali dovrebbero esclusivamente sorvegliare che le prescrizioni nazionali vengano rispettate.
Nel frattempo che fare?
Iniziamo col dire che laddove c’è un divieto comunale, questo non può essere trasgredito ma la via per vederlo abolito passa attraverso il ricorso al Tar. Nel frattempo può essere utile adottare un po’ di buon senso magari non rinunciando mai al guinzaglio e alla museruola, stare lontani dalle aree destinate ai giochi per i bambini e, soprattutto, avendo cura di pulire sempre le deiezioni dei cani che costituiscono il principale oggetto di lamentele di coloro che non sono proprietari di un animale ma devono subire
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