Colomba Mongiello, deputata del Pd, nota per il suo impegno in favore della trasparenza e dei diritti dei consumatori, dopo la nostra petizione ha presentato oggi un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e Carlo Calenda dello Sviluppo economico per chiedere “se non intendano attivarsi affinché siano rivisti tutti i parametri per l’uso del triclosan e, contestualmente, entro i limiti consentiti dalla normativa comunitaria e nazionale allo scopo applicabile, se non intenda fornire utili indirizzi per proteggere i consumatori dai rischi per la salute che tale antibatterico può procurare”.
Tutti i rischi del battericida
Nel testo dell’interrogazione si riprendono i contenuti della nostra petizione su change.org e si sottolinea che l’iniziativa è nata dopo il divieto emanato dalla statunitense Food andDrug Administration (Fda), di produrre saponi antibatterici che contengono una delle 19 sostanze raccolte in una lista , tra cui il triclosan nei saponi liquidi e il trilocarban nei solidi.
“Il triclosan – prosegue l’onorevole Mongiello nell’interrogazione – come anche descritto in numerosi rapporti riscontrabili sui sistemi informativi di settore (vedasi ad esempio www.saluteme.it), è un antibatterico presente in innumerevole prodotti per la casa, per la cura della persona, nei cosmetici, in ambito medico e insieme al bisfenolo A, ad alti livelli, può essere associato, negli adulti, ad una minore capacità del sistema immunitario“.
I rischi legati al battericida sono noti da tempo. “Del triclosan – prosegue il testo – è stata certificata la sua persistenza ad accumularsi negli organismi e ne sono state ritrovate tracce perfino nel latte materno. Si teme che nel tempo possa anche rafforzare i batteri contro l’azione dei comuni antibiotici (dando corso all’antibioticoresistenza, ndr). Il triclosan, infine, può causare mutazioni genetiche che possono provocare un aumento delle difese dei batteri contro gli antibiotici”.
“Il governo cosa intende fare?”
Di fronte a questi dati “indubbiamente allarmanti, sarebbe il caso che anche l’Europa prendesse le opportune misure di precauzione. Questa sostanza attualmente non è vietata in Europa, nonostante venga considerata un potenziale interferente endocrino (ha struttura molecolare e formula chimica simili a quelle della diossina)”.
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Tuttavia la richiesta è rivolta al governo italiano è quella di sapere se e come intende attivarsi per limitare l’esposizione dei consumatori al triclosan. E quindi si chiede “quali siano gli orientamenti dei Ministri interrogati in merito ai rischi per la salute dei consumatori, derivanti dall’utilizzo del triclosan come ingrediente antibatterico negli prodotti per l’igiene della persona e più in generale nei saponi e nei prodotti di cosmesi. E se, alla luce di quanto descritto, non intendano ad ogni modo attivarsi affinché siano rivisti tutti i parametri per l’uso del triclosan e, contestualmente, entro i limiti consentiti dalla normativa comunitaria e nazionale allo scopo applicabile, se non intenda fornire utili indirizzi per proteggere i consumatori dai rischi per la salute che tale antibatterico può procurare”.