L’Unc, l’Unione nazionale consumatori lancia l’allarme sugli addebiti illegittimi del canone Rai in bolletta: “Quei consumatori che credendo di avere un’utenza elettrica non residenziale non hanno fatto la dichiarazione sostitutiva, se per il Comune sono residenti, avranno comunque l’addebito sulla fattura di luglio”.
Quando si ricade in questa situazione? Quando ad esempio il marito per motivi di lavoro si è temporaneamente trasferito in un altro comune diverso da quello della moglie. Se non ha la tv, non avendo dichiarato, dovrà pagare. Ma chi ha avvertito questi utenti dal dover richiedere l’esenzione? “Nessuno” è l’accusa dell’Unc.
La circolare delle Entrate
È bene ricapitolare alcune nozioni base. Il canone Rai è dovuto da chiunque possegga “uno o più apparecchi atti o adattabili alle ricezione delle trasmissioni radiotelevisive” e da quest’anno il possesso del televisore si presume dall’esistenza di utenza elettrica residenziale, la D2 (potenza inferiore a 3kW), “nel luogo dove il soggetto ha la residenza anagrafica“.
Quindi chi ad esempio ha un contratto di fornitura elettica con una tariffa D3 “per le abitazioni non di residenza” di fatto non è soggetto al pagamento del canone in bolletta. Tuttavia, denuncia l’Unc, in base alla recente (21 giugno scorso) circolare interpretativa dell’Agenzia delle Entrate sull’applicabilità del canone in bolletta, chi ha una tariffa D3 “non residente” e non ha chiesto l’esenzione, dovrà pagare. Si legge nella circolare: “Le utenze cui si applica la tariffa D3 per contratti conclusi fino al 2015, per le quali la coincidenza del luogo di fornitura dell’energia rispetto alla residenza è individuata in base alle informazioni disponibili nel sistema informativo dell’Anagrafe tributaria (cosiddette allineate), rimangono addebitabili indipendentemente dalle informazioni sulla residenza eventualmente contenute nei flussi periodicamente inviati dall’impresa elettrica fornitrice con riguardo alle medesime utenze”.
“Utenti non informati”
Tutto chiaro ma… Chi ha informato questi utenti? Nessuno. Massimiliano Dona, segretario dell’Unione nazionale consumatori, punta il dito contro il governo: “Non è colpa dell’Agenzia delle Entrate, che si limita ad applicare il decreto Mise pubblicato solo il 4 giugno. Peccato che i consumatori non siano stati adeguatamente informati di queste casistiche complicate e particolari. Gli spot si limitavano a dire che da quest’anno pagare il canone tv sarebbe stato molto più semplice, come accendere la luce. Sulle dichiarazioni e la sua compilazione non si è spiegato mai nulla”.
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Per l’associazione pè confermato il pericolo di addebiti illegittimi per i clienti domestici che hanno una tariffa D3 con contratto concluso prima del 2016. Dato che, come ha denunciato l’Unc nel novembre 2015, né l’Acquirente unico né le società elettriche sono in grado di distinguere tra i clienti non residenti e quelli residenti con impegno di potenza superiore a 3 kW, conterà quanto risulterà all’Anagrafe tributaria. E per molti scatterà l’addebito.