Il glifosato pesticida più presente nelle acque di superficie e anche il meno cercato in Italia. A confermarlo, dopo la denuncia del Test-Salvagente, i nuovi dati 2013-14 dell’Ispra sui pesticidi nelle acque presentato oggi a Roma. Nel “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2013-2014″, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale si legge: “Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Tra le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: glifosato e il suo metabolita Ampa“.
“Solo Lombardia e Toscana controllano”
Talmente presente che però le Regioni non lo ricercano. Per quanto riguarda il glifosato e il metabolita Ampa, presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, va chiarito che sono cercati solo in Lombardia e Toscana, dove sono tra i principali responsabili del superamento dei limiti di qualità ambientali”.
Nel precedente Rapporto 2011-2012, sulla base dei soli dati lombardi, il glifosato era presente nel 18,2% dei campioni e l’Ampa nel 46,7%. Le nuove rilevazioni, per quanto localizzate in due regioni soltanto, mostrano comunque una crescita marcata dell’inquinamento da glifosato e Ampa delle acque di superficie.
Più pesticidi per tutti
In linea generale, dal nuovo Rapporto emerge un aumento dei pesticidi nelle acque italiane, sia in quelle superficiali (più 20% tra il 2003 e il 2014) sia in quelle sotterranee (più 10%). Secondo i monitoraggi dell’Istituto, le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) sono inquinati nel 64% dei casi su 1.284 punti monitorati (nel 2012 erano 57%); quelle sotterranee nel 32% dei 2.463 punti analizzati (erano 31% nel 2012). Un campione superficiale su cinque in Italia supera il livello di qualità ambientale. A preoccupare l’Ispra è anche la “diffusione elevata” degli inquinanti “anche nelle acque sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili”. Il 7% di questi campioni è contaminato oltre i livelli di qualità ambientale.