Prodotti Dop, solo uno su quattro resisterà al Ttip

“Se volete il Ttip dovete scordarvi le Dop. Per noi ‘Asiago’ è come dire ‘ombrello’, è un nome generico”. Queste le parole dell’ambasciatore Usa presso l’Unione europea Anthony Gardner, riportate da Monica Di Sisto, portavoce della campagna #StopTtip  durante l’incontro organizzato dal Movimento 5 Stelle al Senato in vista della manifestazione che sabato 7 maggio porterà 250 associazioni a Roma per protestare contro il Trattato commerciale in negoziazione segreta tra Usa e Europa.

Sabato la coalizione Stop Ttip in piazza a Roma

“Le nostre fonti ci dicono che delle 40 Dop italiane se va bene saranno riconosciute solo una decina dal Ttip”, spiega Di Sisto, che aggiunge: “Anche per questo sabato in piazza ci saranno tanti agricoltori e tante piccole imprese, le categorie più colpite se questo accordo passasse”. La senatrice M5s Elena Fattori, biologa di professione, ha affermato: “Esiste una forte spinta del sistema e dei poteri forti per far passare il messaggio di quanto buoni siano il Ttip e la proliferazione in agricoltura di tecnologie Ogm. Grazie alla pubblicazione di Greenpeace oggi capiamo ancora meglio il motivo di questo processo. Gli Usa fanno pressioni e i gruppi di potere qui spadroneggiano”.

Il gioco di parole sui nuovi Ogm

Riguardo agli Organismi geneticamente modificati, Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di Greenpeace, ha spiegato: “Ci avevano detto che gli Ogm non rientravano nei negoziati in corso, invece stanno usando il sotterfugio di parlare di “moderne tecnologie agricole”, facendo riferimento alle nuove tecniche per modificare geneticamente i prodotti, come se fossero qualcosa di diverso”. Silvia Benedetti, portavoce alla Camera dei 5 Stelle rincara la dose: “Questi nuovi Ogm che loro chiamano moderne tecnologie agricole sono modi diversi di produrre le stesse mutazioni genetiche, quindi sono uguali ai vecchi Ogm. Il Tttip rappresenta un modello liberista di agricoltura che non si cura degli interessi dei cittadini“.

L’arbitrato della discordia

Altro punto dolente scoperto tramite le 248 pagine segrete divulgate da Greenpeace riguarda il tanto contestato arbitrato che Monica Di Sisto spiega così: “Se io sono un investitore e tu Stato dall’altra parte dell’Oceano ledi i miei interessi io posso farti causa e ottenere un risarcimento per i miei interessi, non solo presenti ma anche futuri, perché mi stai chiudendo un mercato che nel mio paese è aperto. Ci siamo chiesti – spiega la portavoce di StopTtip – perché una multinazionale non dovrebbe passare per il tribunale ordinario come qualsiasi altro persona? Abbiamo portato 350mila firme a Bruxelles contro questo arbitrato, e il risultato è che nella nuova versione l’arbitrato non è più temporaneo, cioè convocato quando c’è bisogno, ma addirittura è previsto un tribunale istituito, 12 mesi l’anno, che come cittadina non sono disponibile a pagare, in cui i giudici verranno scelti solo tramite cv, come se bastasse non essere dipendente dell’azienda giudicata per garantire l’indipendenza di una persona”.

“Decidono tutto i tecnici anche sul glifosato”

A livello europeo, le preoccupazioni dei 5 stelle non si fermano al Ttip, come spiega la portavoce europea Eleonora Evi: “Il problema è che le scelte vere le fanno le commissioni tecniche, senza alcun obbligo di trasparenza, mentre i parlamentari europei hanno spesso le mani legate, come nel caso del glifosato. Oppure si prenda il caso degli interferenti endocrini nei pesticidi (alcuni considerati molto pericolosi per la salute, ndr). Presenteremo una mozione di sfiducia nei confronti della Commissione europea perché non ha ancora neanche definito i criteri per identificarli “.

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