Trovarsi in autostrada, in corsia di sorpasso, e accorgersi che l’auto sta per spegnersi “è roba da infarto”. Iniziava così la lettera che abbiamo pubblicato qualche mese fa in cui un lettore ci raccontava la sua disavventura con un allarme GT difettoso. In realtà, quello che credevamo un difetto nella procedura di installazione della centralina si è rivelato un “surplus” di garanzia anti rapina, un regalo che l’installatore fa ai propri clienti. Peccato che a rimetterci – in tutti i sensi – non sia solo il ladro di turno, ma anche l’incolumità generale.
Il clacson suona e l’auto si ferma
Facciamo un passo indietro. Qualche tempo fa un nostro lettore ci segnala la sua disavventura. Proprietario di una vettura con cambio sequenziale, decide di installare un antifurto GT Alarm. L’antifurto ha una sorta di scheda o piastrina che comunica con la centralina e deve essere sempre portata dal conducente in auto. È un sistema antirapina, più che antifurto, perché blocca l’avviamento del motore se l’auto viene guidata da un malintenzionato, che di certo non ha con sé la scheda. Fin qui la teoria. La pratica, invece, si è dimostrata un pò diversa perchè un giorno, mentre il nostro lettore, è in autostrada e ha con sè la scheda l’auto – dopo un segnale acustico di qualche secondo – ha perso i giri del motore e si è fermata per inerzia. Solo una manovra azzardata ha evitato il peggio. Decidiamo, allora, d’accordo con il nostro lettore di fare una prova e di metterci volontariamente – e in un parcheggio senza macchine – alla guida senza piastrina. Stesso risultato: allarme acustico, perdita di giri e fermata dell’autovettura per inerzia.
GT: “Il nostro allarme è sicuro”
Dunque, non si è trattato di un episodio isolato. L’antirapina non funziona come dovrebbe e soprattutto non funziona così come la stessa azienda ci aveva assicurato. Gt, che avevamo subito contattato, ci aveva risposto escludendo che il sistema installato dal lettore possa procurare l’arresto dell’auto in marcia: “Il prodotto, conforme alla Direttiva UNECE R97, prevede l’attivazione del blocco avviamento solo a motore spento (NO blocco a veicolo acceso o in marcia), cioè solo nel caso di un’azione volontaria di girare la chiave quadro veicolo in posizione OFF”. L’azienda aggiunge che “è comunque prevista una sequenza di sblocco che permette all’utente in caso di smarrimento o malfunzionamento del sistema (batteria scarica), di poter sempre disattivare la funzione BLOCCO AVVIAMENTO tramite un apposito pulsante di emergenza”.
La soluzione? Togliere l’opzione
Eppure l’auto si è fermata, per due volte. Non c’è altra via che quella di chiamare in causa l’installatore e qui la scoperta: “Professore, non si preoccupi è un servizio di pochi minuti…basta togliere l’opzione”. L’opzione? Sì, l’installatore in quella occasione spiega al nostro lettore che in officina sono soliti “modificare” l’impianto in modo che sia ancora più efficace facendo, appunto, arrestare in marcia il veicolo. Efficace certamente. Legale non di certo.
Il consiglio
“Quando sottoponiamo la nostra auto ad un’installazione del genere è buona norma chiedere le specifiche tecniche dell’intervento ed esigere che ci vengano messe per iscritto le modalità di funzionamento dell’apparecchio” spiega Vincenzo Ferrante, esperto di queste tematiche di Konsumer Italia che aggiunge: “In questo caso specifico, spero che GT colga l’occasione per ribadire ai propri installatori qual è la procedura corretta che devono eseguire per installare l’antirapina perché con la vita non si scherza mai”.
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