“Torna l’anatocismo, colpo gobbo del governo Renzi”

“Il Movimento consumatori esprime tutto il suo disappunto per una norma, che di fatto resuscita l’anatocismo, introdotta in sordina nel decreto legge sulle Bcc sul quale è stata posta la fiducia evitando il confronto con i consumatori, le imprese e addirittura i parlamentari. Un vero e proprio regalo alle banche che ha l’effetto di ristabilire l’anatocismo, vietato dal 1° gennaio 2014, modificandone semplicemente la periodicità della capitalizzazione degli interessi, da trimestrale, ad annuale”. Così l’associazione presieduta da Alessandro Mostaccio che torna a criticare l’emendamento Boccadutri (Pd) approvato lo scorso 17 marzo in commissione e inserito nel decreto sulle Bcc che ieri ha ricevuto in Senato il primo disco verde (con la fiducia) nella conversione in legge.

Interessi di mora e consenso preventivo

“L’emendamento Boccadutri – ci ha spiegato Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e risparmio di Movimento consumatori – resuscita l’anatocismo per due motivi: gli interessi di mora potranno ancora produrre interessi in contrasto con le sentenze della Cassazione e poi – cosa ancora più illogica –  le banche potranno preventivamente chiedere ai consumatori il consenso al fatto che gli interessi passivi diventino capitale, e quindi produrre altri interessi”.

Il Movimento consumatori chiede un immediato ripensamento della norma per eliminare l’applicazione degli interessi di mora sugli interessi scaduti e per consentire che la capitalizzazione degli stessi sul conto possa avvenire solo dopo che gli interessi siano maturati. “Non è ammissibile  – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – che a fronte di anni di dichiarazioni e di politiche a favore delle famiglie e delle imprese tutte le volte in cui il governo debba scegliere tra gli interessi di queste e delle banche scelga sempre quelli di quest’ultime. Dal 1° gennaio 2014 ad oggi, consumatori ed imprese hanno pagato circa 4,5 miliardi di interessi anatocistici illegittimi che devono essere restituiti al più presto. Questa era la vera questione urgente sulla quale perdura da anni il silenzio delle autorità competenti. Chiediamo, e non è la prima volta, un rapido intervento della Banca d’Italia per ripristinare la legalità nei rapporti bancari”.

Cosa dice la norma approvata

Ecco in sintesi i 4 punti salienti della norma contestata:

  1. la maturazione degli interessi non potrà essere inferiore ad un anno, vietando di fatto la trimestralizzazione;
  2. l’emendamento afferma un principio ovvero che “gli interessi debitori maturati, ivi compresi quelli relativi a finanziamenti a valere su carte di credito, non possono produrre interessi ulteriori” salvo però “quelli di mora” che si sa sono più elevati anche dei saggi comuni;
  3. spetterà al consumatore decidere la sorte degli interessi maturati al 31 dicembre: se pagarli entro 60 giorni (il primo marzo dell’anno successivo) oppure se trasformarli in capitale e quindi decidere autonomamente che frutteranno altri interessi. Tuttavia le banche potranno “anche preventivamente” – ovvero chiederlo prima di sottoscrivere un contratto di conto corrente o di una carta revolving, come succede oggi – chiedere l’assenso al risparmiatore alla trasformazione in capitale degli interessi;
  4. le nuove norme si applicheranno su tutti i rapporti bancari (sconfinamenti e fidi in c/c, carte revolving, conti di pagamento).