Ha sortito l’effetto sperato il provvedimento con cui l’Agcom ha diffidato Telecom Italia a proposito di Tim Prime, il servizio in abbonamento con cui dal 10 aprile la società avrebbe rimodulato la tariffa mobile ricaricabile di base, aggiungendo una spesa di 49 centesimi alla settimana per dare ai suoi clienti chiamate e sms illimitati verso un numero Tim.
L’effetto sortito dall’apertura dell’istruttoria e della relativa diffida è stato dunque quello della sospensione del servizio, appena annunciata da Tim e  probabilmente dettata dalla preoccupazione di evitare che si potesse giungere ad una sanzione. L’accusa, infatti, era quella di attivare un servizio senza ottenere l’esplicito consenso del cliente con la pratica dell’opt-out.
Un dietrofront, dunque, che ha dato ragione alle associazioni dei consumatori che avevano portato il caso all’attenzione del Garante per le comunicazioni dopo le numerose segnalazioni ricevute dai cittadini.
E così, nella nota ufficiale presente sul sito di Tim si legge che “La Società , con l’obiettivo primario di mantenere il rapporto di assoluta trasparenza con i propri clienti e di assicurare un confronto aperto, sereno e costruttivo con le Autorità , rende noto di aver sospeso l’applicazione di Tim Prime, nelle more dell’avvio delle interlocuzioni con le Autorità in merito e volte al lancio di nuovi e migliori servizi”.