Sapete quanto sale finisce nei loro piatti?

Che un elevato consumo di sale sia associato all’ipertensione nella popolazione adulta è cosa nota. Un po’ meno risaputo è che molti studi dimostrano anche che un apporto di sale nei bambini influenza la pressione sanguigna e può predisporre lo sviluppo di una serie di malattie, tra cui: ipertensione, osteoporosi, malattie respiratorie come l’asma, cancro dello stomaco e l’obesità.
quanto sale(1)Inoltre, ci sono prove che le abitudini alimentari nell’infanzia e nell’adolescenza influenzano in maniera profonda i modelli alimentari adottati in età avanzata.
Fin qui la teoria. La pratica è che, esattamente come gli adulti, anche i bambini consumano più sale rispetto alle raccomandazioni, mentre basterebbero alcune, semplici misure per ridurne l’assunzione e far diminuire il numero di persone che soffrono di malattie cardiovascolari.
Semplici modifiche fatte nella dieta di un bambino assicurerebbero un consumo di sale non eccessivo. Spuntini sani come frutta e yogurt, piuttosto che patatine; i panini al tonno o al pollo, piuttosto che al prosciutto e formaggio, e non aggiungere sale al loro cibo potrebbe aiutare a ridurre il consumo di sale. Ovviamente cercando anche di controllare le etichette di prodotti come salse, formaggini, pane e cereali, per verificare quanto sale è stato aggiunto e quali alimenti ne contengono meno.
Peccato che in molti casi le confezioni siano tanto avare di informazioni quanto il loro contenuto sia generoso in sodio

 

Un salatissimo snack
Prendiamo i formaggini. Per quanto l’associazione dei produttori Assolatte ripeta spesso che questi alimenti non sono pensati specificatamente per i bambini, sono proprio loro i grandi estimatori di questi prodotti. Per questo (e anche per gli adulti che debbono per molte ragioni limitare  l’apporto di sale), il Salvagente aveva chiesto al laboratorio di Chimica degli Alimenti dell’Università di Napoli Federico II di misurare il contenuto di sodio in 24 formaggini.
I risultati sono stati estremamente variabili: dai 50 milligrammi per porzione di uno dei prodotti più misurati fino ai 175 milligrammi, le differenze sono davvero molte, anche se va sempre considerato il peso della porzione.

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Neonati
I bambini hanno bisogno di piccole quantità di sale perché i loro reni sono poco maturi per far fronte al sale. Da evitare, dunque, qualunque aggiunta ai cibi cucinati per i più piccoli. Il latte materno soddisfa naturalmente tutte le esigenze nutrizionali di un bambino, tra cui la quantità di sale idonea, così come gli alimenti per lattanti sono appositamente formulati per fornire la giusta quantità di sale. È molto importante evitare l’uso di prodotti alimentari trasformati non appositamente progettati per i bambini, come le salse di cottura che possono essere ad alto contenuto di sale aggiunto.

Bambini
Una volta che il bambino si è svezzato, è importante continuare a non aggiungere sale al suo cibo. È a questo punto della sua vita che però l’assunzione di sale tende ad aumentare notevolmente.
I pranzi cucinati in casa con ingredienti freschi sono naturalmente a più basso contenuto di sale rispetto a quelli precotti e agli alimenti trasformati. Occorre limitare i cibi ad alto contenuto di sodio, e controllare sempre le informazioni nutrizionali anche sui prodotti destinati ai bambini, scegliendo quelli con meno sale. Una dieta povera di sale durante l’infanzia previene la ricerca nella fase di sviluppo del gusto dei cibi salati e riduce la probabilità di adottare una dieta ad alto contenuto di sale durante l’età adulta.

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Ragazzi
Gli adolescenti devono essere avvertiti di limitare il consumo di alimenti salati e snack dolci come patatine e biscotti, e cibi da asporto, come bocconcini di pollo, pizza e hamburger, che possono notevolmente aumentare la loro assunzione di sale.