La Commissione Europea potrebbe nei prossimi giorni rinnovare l’autorizzazione per l’utilizzo del Glifosato, un pesticida molto diffuso e definito potenzialmente cancerogeno dallo Iarc, l’Istituto per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ben trentadue associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica italiane chiedono al Governo il bando della produzione, commercializzazione ed uso di questo pesticida in Europa. “Quello del glifosato è un autentico scandalo: senza pareri univoci sul piano scientifico in merito alla sua pericolosità per la salute umana, la Commissione Europea sta per procedere ad una nuova autorizzazione del prodotto chimico per altri 15 anni”. Così scrivono le associazioni, esprimendo la grave preoccupazione per come si sta muovendo l’Europa ed il Governo italiano, con le Regioni, sulla imminente decisione a livello europeo in merito al rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione ed utilizzo del diserbante glifosato nei 27 Paesi membri della Ue.
Sull’erbicida manca un parere scientifico univoco
Proprio questa settimana è in edicola un numero di Internazionale dedicato al glifosato in cui si ripercorre la storia controversa di questo erbicida su cui non c’è ancora un parere scientifico univoco. Definito lo scorso anno dallo Iarc sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo, il glifosato è stato parzialmente assolto dall’Efsa che, basandosi su uno studio tedesco, ha concluso che è improbabile che il glifosato rappresenti un rischio cancerogeno per gli umani.
Governo e Regioni devono agire a tutela dei consumatori
Secondo le associazioni, stando così le cose, “la Commissione e gli Stati Membri hanno prima di tutto la responsabilità di proteggere la salute dei cittadini adottando il principio di precauzione”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, portavoce del tavolo delle 32 associazioni, nella lettera inviata ai tre Ministri italiani competenti in materia di pesticidi (Agricoltura, Ambiente e Salute). Nella missiva le associazioni chiedono di prendere una posizione chiara in sede europea che vieti definitivamente ed in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato. Infine, le associazioni rivolgendosi alle Regioni chiedono di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere le aziende che ne fanno uso da qualsiasi premio nell’ambito dei Psr (Programmi regionali per lo sviluppo rurale) 2014 – 2020.