La riforma della bolletta elettrica – con la fine della progressività – comporterà per gran parte degli utenti aggravi importanti. Penalizzate di più le fasce più deboli, ovvero coloro che consumano di meno, per i quali il bonus sociale attualmente previsto non riuscirà a coprire gli aumenti.
Le associazioni dei consumatori stimano che le bollette per la maggioranza delle famiglie italiane saliranno del 10-30% su base annua: oltre 1,5 miliardi di euro in più per gli utenti domestici, che andranno ai distributori e ai grossisti di energia elettrica.
Chi più consuma meno paga
Adusbef, Codici, Italia Solare, Legambiente e Kyoto Club hanno lanciato una petizione “La bolletta giusta” per chiedere al governo di fare marcia indietro e di varare nuove tariffe più favorevoli a chi dimostra di fare scelte virtuose dal punto di vista dei consumi energetici.
L’abolizione della progressività, avviata dal primo gennaio e che si concluderà nel 2018, di fatto premia chi più consuma e penalizza chi utilizza di meno l’elettricità. Gli effetti sono rappresentati nell’infografica qui sotto.
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“Bonus sociali sono insufficienti”
Per tutelare i più deboli economicamente, nel 2016 verrà previsto il potenziamento automatico del bonus sociale da parte dell’Autorità, “in modo che per le famiglie a basso reddito che ne hanno diritto già dal prossimo anno non ci sia alcun aggravio di spesa, mantenendo allo stesso tempo la propria agevolazione”, hanno spiegato dall’Aeegsi. A regime, per neutralizzare ogni effetto, la stessa Autorità ha segnalato a governo e Parlamento l’opportunità di rafforzare stabilmente il bonus, sia in termini di intensità, portando lo sconto sulla bolletta dall’attuale 20% fino al 35% della spesa, sia con un ampliamento della platea dei beneficiari.
Contromisure troppo vaghe che arriveranno in ritardo secondo le associazioni dei consumatori e che non bastano a proteggere le famiglie che faranno ancora più fatica a pagare: “Lo stesso decreto 102 del 2014 che ha dato mandato all’Autorità di fare la riforma, prevede che siano introdotte forme di compensazione, rafforzando il bonus – osserva Mauro Zanini di Federconsumatori – che però non è stato rivisto dal governo: il disegno di legge sulla competitività prevede che lo si faccia solo nel corso del 2016. Noi abbiamo sempre chiesto che qualsiasi riforma fosse contestuale a una revisione del bonus, che abbassi a 10mila euro di reddito la soglia per accedervi, semplifichi le procedure e migliori l’informazione, dato che ora solo uno su tre degli aventi diritto lo usa, e soprattutto che si innalzi lo sconto al 50%. Invece si parte con gli aumenti dal 2016 senza avere un bonus rafforzato”.