Gli animali da compagnia non sono più equiparati a mobili ed elettrodomestici e quindi non possono essere più pignorati. Dopo anni di rivendicazioni, è stata approvata la riforma dell’articolo 514 del codice di procedura civile che ammetteva, insieme ad altri oggetti mobili come un televisore o un armadio, la possibilità per gli animali da compagnia di essere pignorati e andare all’asta in caso di insolvenza dei debiti da parte del proprietario. Una vittoria per la campagna #giùlazampa, lanciata dalla conduttrice tv Tessa Gelisio e patrocinata dalla Lega Nazionale per la difesa del Cane, che in pochi mesi aveva raccolto quasi 120mila firme per dichiarare “impignorabili” cani e gatti.
Mai più all’asta
Con la nuova formulazione dell’articolo 514 cpc, gli animali da compagna non potranno essere pignorati né messi all’asta in caso di insolvenza dei debiti da parte del proprietario. Spiegano i promotori della campagna: “Dopo aver consegnato le firme al ministro della Giustizia lo scorso 20 marzo, gli animali di affezione o da compagnia, recita il nuovo regolamento approvato nell’ambito dell’articolo 77 del collegato Ambientale, tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali, sono assolutamente impignorabili. Sono inclusi anche gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli”.
Si tratta certamente di una conquista di civiltà che interessa molti italiani: quattro cittadini su dieci vivono con un animale domestico e quasi il 12% ne accoglie più di uno.