Un’emergenza non prevedibile? Un’epidemia improvvisa? Niente affatto. Secondo le pm della Procura di Lecce Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, il batterio della Xylella Fastidiosa non è un patogeno “straniero” come sempre sostenuto dalle autorità visto che è presente nel Salento “da almeno 15 o 20 anni”. E quindi non solo è inutile “la quarantena per un batterio che sta sul territorio da tanto tempo” ma anche la proclamazione dello stato di emergenza. Non solo. “I tentativi fatti in tutto il mondo – hanno spiegato i magistrati – hanno dimostrato l’inutilità dell’estirpazione. I rimedi vanno studiati e attuati con gradualità”.
“Curare è possibile”
Sotto accusa i test Monsanto e Basf
Se le “estirpazioni sono inutili”, resta da capire come si sia diffuso il batterio. E sotto accusa, secondo i magistrati salentini, ci sarebbero i test condotti dalla Basf prima e dalla Monsanto poi per provare i fitofarmaci non autorizzati per combattere la Xylella e per diserbare i terreni.
“È possibile – scrivono i pm – che questo secondo impiego del prodotto per un periodo così lungo e senza limitazioni di trattamenti abbia scatenato l’esplosione della sintomatologia che ha poi portato alla ricerca di altri patogeni. Altamente probabile è dunque l’ipotesi che prodotti impiegati, unitamente ad altri fattori antropici e ambientali, abbiano causato un drastico abbassamento delle difese immunitarie degli alberi di olivo, favorendo la virulenza dell’azione dei funghi e batteri, tra i quali Xylella fastidiosa”.
Nel frattempo le indagini vanno avanti e nel registro degli indagati figurerebbero 10 persone tra cui il commissario straordinario all’emergenza Giuseppe Silletti.
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