Denaro sonante, viaggi esclusivi e abiti di lusso. È questa di solito la “controprestazione” offerta da qualche informatore scientifico a medici compiacenti in cambio di prescrizioni di un determinato farmaco ai propri pazienti.
L’ultimo scandalo acclarato in Italia è del 2012 e ora, a indagini concluse, sta prendendo avvio il processo che vede coinvolti una quarantina di medici, rei di aver accettato regalie per mettere i pazienti, soprattutto bambini, sotto terapia di Omnitrope, un ormone della crescita della Sandoz (gruppo Novartis).
Adesso dagli Usa arriva la notizia delle tangenti pagate dalla Novartis a medici e farmacisti. Un’organizzazione collaudata con tanto di tariffario che però, purtroppo, non racconta una novità. Anzi.
Vendere, incrementare il profitto a tutti i costi, è diventato il leit motive della maggior parte delle aziende farmaceutiche che per centrare l’obiettivo non esitano a “tentare” chi le medicine le promuove tra i malati con la promessa di benefit in cambio di prescrizioni compiacenti. E qualcuno cede.
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I TRUCCHI PER COMPIACERE I MEDICI
Si chiama comparaggio la pratica illecita di accettare denaro o altri regali in cambio di prescrizioni “pilotate”, ed è un reato, previsto dal Codice del farmaco e dal Codice deontologico dei medici.
Ma alcune case farmaceutiche sorvolano e mettono a punto sistemi illegali anche molto ingegnosi: dai fondi neri pagati dalla casa farmaceutica gestiti dagli informatori scientifici per compiacere il medico di turno, ai regali e viaggi che ricompensano “ufficialmente” studi e ricerche fittizie, nascondendo invece accordi illeciti per moltiplicare le prescrizioni di alcuni farmaci.
Altro sistema utilizza le società di servizio cui le case farmaceutiche si affidano per compilare le schede di rilevazione sull’efficacia dei farmaci: attraverso le schede distribuite ai medici, le aziende controllano quanti medicinali vengono effettivamente prescritti e così possono quantificare la ricompensa prevista per chi li prescrive (per farsi un’idea, un’indagine in passato ha inchiodato la Glaxo che pagava i suoi questionari 500 euro l’uno).
Ma i trucchetti più diffusi per mascherare il comparaggio restano quello di far figurare i medici come relatori in falsi convegni scientifici e pagarli profumatamente per il finto intervento e quello della sponsorizzazione: l’azienda farmaceutica sponsorizza una rivista scientifica e paga il medico per attività redazionali in realtà mai svolte o per articoli che ha soltanto firmato.
CONTROLLI E RISCHI
A questo punto è lecito chiedersi cosa si può fare per evitare questi illeciti.
Il controllo è affidato alle Regioni che monitorano l’attività di prescrizione dei medici attraverso le Asl. Ma gli scandali che periodicamente vengono fuori ci dicono che il sistema non è molto efficiente.
E intanto il comparaggio continua a minacciare la salute. Nella migliore delle ipotesi si favorisce un farmaco piuttosto che un altro a parità di efficacia; ma c’è il rischio che la sete di denaro di multinazionali e medici con pochi scrupoli porti a prescrivere un determinato medicinale per un periodo o con un dosaggio maggiore del dovuto. In questi casi, se la confezione prescritta dal medico è più costosa dell’alternativa di un concorrente, il danno può essere solo economico, ma se la terapia imposta dovesse essere inadeguata, il rischio è tutto per la salute dell’assistito.