Deoleo, la società spagnola proprietaria dei marchi Carapelli e Bertolli, ha deciso di ritirare dagli scaffali dei supermercati statuniensi alcuni lotti dei prestigiosi marchi di olio d’oliva vergini ed extravergini. La motivazione? Un difetto organolettico di inrancidimento probabilmente dovuto alla “prematura ossidazione”. Difetti che emergono dalla prova sensoriale del panel test che in Italia, a seguito dello scandalo del falso extravergine emerso a seguito dell’inchiesta del nostro mensile il Salvagente Test, le aziende lo considerano una “prova non oggettiva e ripetibile” e da tempo ne chiedono il depotenziamento.
La domanda sorge spontanea: perchè negli Usa un olio rancido viene ritirato dal commercio dalla stessa azienda e in Italia invece si mette in dubbio la prova organolettica attraverso la quale si stabilisce se un olio è rancido o meno?
Negli Usa intanto la società Deoleo precisa che i lotti richiamati di Carapelli e Bertolli “sono stati distribuiti negli a partire da gennaio 2015 a maggio 2015” e il gruppo precisa di aver “identificato la causa del problema con uno dei nostri fornitori di raffinazione” e di aver dubito “preso azioni correttive”.
Il richiamo negli Usa avviene a pochi giorni dall’inchiesta aperta dal pubblico ministero di Torino Raffaele Guariniello che, dopo aver aperto un fascicolo di indagine a seguito delle nostre analisi, ha fatto replicare dall’Agenzia delle Dogane le analisi chimiche e organolettiche, confermando in larga parte i risultati del Test: i responsabili di sette aziende, tra cui Carapelli, Bertolli e Sasso del gruppo Deoleo, sono indagati per frode in commercio per aver venduto un olio dichiarandolo extra vergine, quando era in realtà olio vergine di oliva.
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