Guerra del latte, Coldiretti: Lactalis guadagna e beffa gli allevatori

Difendere il lavoro, gli animali, le stalle e dire no al crollo dei prezzi. Con questo slogan gli allevatori della Coldiretti hanno presidiato i supermercati della grande distribuzione organizzata per spiegare ai consumatori il motivo della loro protesta che da giorni, ormai, li vede impegnati in un assedio presso il centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis a Ospedaletto Lodigiano. Un luogo non scelto a caso: la multinazionale francese, dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, ed essere diventata il primo gruppo del settore, ora sottopaga il latte italiano al di sotto dei costi di produzione.

A guadagnare sono solo le aziende

Spiega il presidente della Confederazione, Roberto Moncalvo: “Siamo di fronte ad una multinazionale che continua a guadagnare sulle spalle di allevatori e consumatori importando latte di bassa qualità dall’estero”. Tradotto in cifre, nell’ultimo anno Lactalis ha deciso unilateralmente di ridurre del 20 per cento i compensi riconosciuti agli allevatori che sono scesi a 34 centesimi al litro, al di sotto dei costi di produzione stimati pari ad un valore medio compreso tra i 38 ed i 41 centesimi. Il tutto mentre il costo di vendita – quello che pagano i consumatori – resta sempre lo stesso. Un vantaggio che si misura solo ed esclusivamente nelle tasche delle aziende e che finisce per impoverire ulteriormente gli allevatori.

(continua sotto l’infografica)

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Coldiretti: rispettare la legge

Quel che la Coldiretti chiede a gran voce è il rispetto della legge 91 approvata a luglio scorso secondo cui il prezzo del latte alla stalla deve tener conto dei costi di produzione. Spiega il presidente: “Lo studio sui costi di produzione del latte bovino elaborato ufficialmente dal Ministero delle Politiche Agricole in esecuzione della legge evidenzia che nel giugno 2015 in Lombardia (regione di riferimento per il prezzo del latte) i costi medi di produzione oscillano da un minimo di 38 centesimi al litro fino ad un massimo di 60 centesimi al litro.” Attualmente, i 34 centesimi al litro pagati agli allevatori sono una vera e propria violazione delle norme: a quel costo – aggiunge Moncalvo – non si coprono neanche le spese variabili per l’alimentazione, il lavoro e l’energia. Abbiamo già presentato all’Antitrust una vasta documentazione e ha gli strumenti, anche normativi, per poter intervenire sulla questione perché quello che sta mettendo in piedi questa multinazionale è un vero e proprio abuso di posizione dominante.

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#laguerradellatte prosegue: i consumatori devono sapere

La guerra del latte di Coldiretti va avanti e il presidente non esclude altre azioni che avranno come obiettivo quello di dire la verità ai consumatori e renderli consapevoli dei loro acquisti. “Al supermercato devono prediligere il latte fresco che deve obbligatoriamente riportare la provenienza in etichetta, i prodotti Dop e tutti quei prodotti che anche non di origine controllata indicano volontariamente la provenienza” conclude Moncalvo.