Profondamente scossa dallo scandalo dei motori truccati per superare i test sulle emissioni inquinanti, la Volkswagen si prepara a rimettere le cose a posto. Tempi e costi saranno ingenti, ma è l’unica strada percorribile per recuperare terreno in quanto a credibilità.
Il piano di richiamo dei modelli coinvolti (quelli equipaggiati con l’ormai noto motore EA 189 omologato Euro 5, il turbodiesel 2.0, 1.6 e 1.2) è stato presentato dai vertici della casa automobilistica all’Ufficio federale tedesco per la motorizzazione, che dovrà esaminarne l’affidabilità prima di dare l’ok definitivo. Il programma prevede l’inizio delle operazioni a gennaio 2016, con termine entro la fine dello stesso anno.
GLI INTERVENTI SUI MOTORI
Per tutti i motori “truccati” saranno necessarie modifiche al software, mentre per i motori 1.6 (montati su circa 3,6 milioni di veicoli) si parla anche di interventi meccanici (che partiranno probabilmente da settembre 2016).
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Mentre, dunque, nel primo caso l’operazione di “pulizia” può essere relativamente semplice e si potrà effettuare nei centri assistenza locali, gli interventi all’hardware richiederanno il ricorso ad officine specializzate, probabilmente per sostituire il sistema di iniezione e di scarico o per la sostituzione di nuove marmitte catalitiche.
Un intervento del genere ripropone però i dubbi intorno alle prestazioni dell’auto una volta ripulita: le operazioni, infatti, potrebbero far variare la potenza o la curva di coppia, modificando la guidabilità del veicolo. Con ripercussioni, al limite, anche sul versante burocratico per libretto, bollo e assicurazione. Se variano le emissioni o addirittura la potenza, la carta di circolazione (che riporta i dati falsati) dovrebbe almeno essere corretta con i nuovi valori di consumo o addirittura sostituita se cambia anche la potenza. E se quest’ultima cambia, anche bollo e premi assicurativi potrebbero essere ricalcolati.
LE INCHIESTE APERTE
Intanto, in Italia molto si muove anche sul versante giudiziale. La Procura di Verona, città in cui ha sede la filiale italiana di Volkswagen, ha appena aperto un’inchiesta per truffa e frode in commercio, sulla scia degli esposti presentati dall’associazione dei consumatori Mdc (Movimento difesa del cittadino) e di alcuni privati cittadini.
L’indagine della procura veronese va così ad affiancare altre iniziative già scattate nei giorni scorsi, come quella della Procura di Torino, che indaga per reato ambientale, e quella dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta.
I NUMERI VERDI
Volkswagen Italia ha attivato alcuni numeri gratuiti a disposizione dei clienti del gruppo che vogliano capire se la propria auto rientri tra quelle che saranno richiamate oppure no. Eccoli:
www.volkswagen.it – 800 865 579
www.audi.it – 800 283 454 63
www.seat-italia.it – 800 100 300
www.skoda-auto.it – 800 100 600
www.volkswagen-veicolicommerciali.it – 800 400 300
In alternativa, i clienti potranno rivolgersi ai Concessionari o ai Service Partner della Rete Ufficiale di Volkswagen Group Italia.
Tutto questo in attesa che dal 2017 debuttino i nuovi test su strada che dovranno garantire risultati sulle emissioni inquinanti delle auto seri e affidabili. Quelli che i test in laboratorio non hanno mai saputo assicurare.