Al via il nuovo anno scolastico ma senza la rivoluzione digitale

High School Students With Teacher In Class Using Laptops

Ci siamo: il primo giorno di scuola 2015 è già arrivato in alcune regioni ed entro dopodomani tutti i circa 9 milioni di studenti torneranno sui banchi e affronteranno con docenti e dirigenti le novità introdotte dal decreto Buona scuola.

LA BUONA SCUOLA: ECCO COSA CAMBIA

Uno dei principi fondamentali della riforma, approvata a luglio scorso, è il rafforzamento dell’autonomia scolastica, cioè una maggiore libertà nella gestione degli edifici, della didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola scuola: le scuole avranno l’onere di determinare triennalmente la propria offerta formativa e a questa triennalità saranno legati altri adempimenti dell’amministrazione, come gli organici, la mobilità del personale e le assunzioni.

L’organico sarà gestito interamente dal dirigente scolastico che potrà proporre le cattedre ai docenti (a partire dall’anno scolastico 2016/2017) e i posti utilizzando gli albi territoriali che – dal 2016 – racchiuderanno le Reti di scuole. La chiamata degli insegnanti sarà, dunque, senza più graduatorie ma sulla base degli albi (o ambiti) a cui si accederà per concorso pubblico oppure tramite il Piano straordinario di assunzioni 2015. Per quanto riguarda quest’ultimo saranno assunti nel 2015 gli iscritti nelle Gae, i vincitori e gli idonei del concorso a cattedre 2012.

LIBRI DIGITALI, CHE FINE HANNO FATTO?

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Resta aperta la questione relativa all’adozione dei libri di testo in formato digitale. Benchè la loro introduzione era prevista a partire dal 2014, della rivoluzione 2.0 non c’è traccia. Certo, non mancano esempi virtuosi come quegli istituti che hanno deciso di aderire al progetto Book in progress: 800 docenti, con capofila l’ITIS Majorana di Brindisi, che hanno deciso di mettere a disposizione di tutti le loro conoscenze. Il risultato? Dispense delle più disparate materie scolastiche scritte dai docenti che possono essere scaricate gratuitamente dal sito bookinprogress.org con un notevole risparmio di tempo e soprattutto denaro.

CON I CARTACEI LA STANGATA E’ DIETRO L’ANGOLO

In effetti, quando si parla di libri di testo la stangata è servita. A parte le scuole elementari dove i testi sono forniti gratuitamente, per tutte le altre – comprese le medie inferiori nonostante rientrino tra le scuole dell’obbligo – i costi gravano sulle spalle dei genitori. Secondo Federconsumatori la spesa si aggira in media sui 530 euro a studente molto di più rispetto ai tetti fissati dal Miur (ad esempio, 294 euro per la prima media; 320 euro per il primo liceo scientifico). Uno sforamento reso possibile dalla tolleranza del 10% (prevista dalla legge e sempre utilizzata dalle scuole), dall’indicazione di libri di testo consigliati che si trasformano in obbligatori e, soprattutto, dalla mancanza di un organo istituzionale che vigili sul rispetto dei tetti di spesa. La stangata si può evitare, però, rivolgendosi al mercato dell’usato oppure acquistando presso la grande distribuzione che consente risparmi tra il 15 e il 20%.