Migliaia di capi bovini a cui un sistema criminale di aziende commerciali ed agricole del Nord Italia somministravano somatropina ad intervalli regolari di circa quindici giorni, per incrementare anche del 20% la produzione di latte. Peccato che l’alimento in questo modo rimanesse contaminato dall’ormone nocivo per la salute del consumatore, con conseguente potenziale sviluppo di malattie endocrine e di patologie tumorali.
E poco importava a queste persone che tali pratiche illegali fossero pericolose per la salute dei consumatori anche perché possono comportare la presenza di residui medicinali nel latte e nelle carni, determinando il cosiddetto fenomeno della “antibioticoresistenza”.
È quello che ha scoperto il titolare dell’indagine denominata “VIA LATTEA”, Ambrogio Cassiani, che ha portato alla denuncia di un veterinario e di due agenti di commercio, al sequestro di 16 allevamenti, oltre 4000 capi di bestiame, 80.000 litri di latte sottoposti a vincolo sanitario, 1700 confezioni di farmaci veterinari per bovini e suini, 10 fusti per un totale di 130 litri di prodotto medicamentoso per uso veterinario, 15 fiale di somatotropina, 55 Kg di farmaci illegali, nonché di 15 ricettari per prescrizioni medico-veterinarie e timbri di medici veterinari ed aziende, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
L’ingente quantitativo di farmaci veterinari sequestrati, nonché i timbri ed ricettari dei medici rinvenuti all’esito di perquisizione domiciliare, dimostrano l’esistenza di un mercato clandestino di farmaci illegali per animali destinati all’alimentazione umana, somministrati senza alcun controllo veterinario.
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