L’Europa si divide sulla riduzione dell’uso dei pesticidi

pesticidi

In Europa si sta formando una coalizione di stati contrari all’obiettivo di riduzione dei pesticidi del 50% entro il 2030. E’ la denuncia del Pesticide Action Network (PAN) Europe: l’associazione è entrata in possesso di alcuni documenti riservati del Gruppo di lavoro sulle questioni agricole del Consiglio dell’Unione Europea. Da questi emerge che Austria, Irlanda e Lituania hanno una posizione contraria alla direttiva sulla riduzione dei pesticidi.

La Commissione europea rimprovera gli Stati

Questi documenti fanno parte della risposta che il Consiglio sta preparando al rapporto della Commissione Europea  che critica gli Stati membri per la scarsa attuazione della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUD). In particolare, la Commissione europea sostiene che i piani di attuazione nazionali mancano di obiettivi chiaramente definiti e orientati ai risultati per ridurre i rischi e gli impatti dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente. La Commissione Europea ha anche annunciato in questo rapporto la sua intenzione di rivedere la direttiva per ridurre l’uso e il rischio di pesticidi chimici del 50% entro il 2030, implementando così l’obiettivo di riduzione dei pesticidi del Green Deal europeo.

Tuttavia, i documenti rivelano un chiaro divario tra le ambizioni della Commissione e il resto del Consiglio dell’UE. La Presidenza tedesca dell’UE, ad esempio, non riconosce la grave mancanza di impegno degli Stati membri dell’UE nell’attuazione della legislazione sui pesticidi e invece scarica la responsabilità sulla Commissione. Solo pochissimi Stati membri sembrano pronti a impegnarsi e concretizzare l’ambizione del Green Deal europeo di un’economia dell’UE più sostenibile.

Per quanto riguarda gli Stati membri:

  • La Francia è l’unica ad aver proposto l’inclusione di un obiettivo di riduzione nella revisione SUD, ma insiste sull’uso di un indicatore inappropriato;
  • La Francia, sostenuta dalla Svezia, propone di espandere la SUD per includere la protezione dagli impollinatori;
  • Il Portogallo riconosce la necessità di aggiornare le norme sulla politica agricola comune (PAC) per garantire che la gestione integrata dei parassiti

“L’intero processo, che avviene a porte chiuse, è improduttivo e fatto in modo sbagliato. I cittadini dell’UE hanno il diritto di sapere che la presidenza tedesca ha deciso, di propria iniziativa e con il pretesto della neutralità, di evitare il dibattito sulla riduzione del 50% dei pesticidi e di privare i cittadini dell’UE di beneficiare di cibo migliore, acqua non inquinata e un ambiente sostenibile ” afferma Henriette Christensen, responsabile delle politiche senior per PAN Europe. “Opponendosi all’obiettivo di riduzione dei pesticidi dell’UE, il ministero dell’Agricoltura austriaco funge da punta di diamante della lobby internazionale dei pesticidi a Bruxelles. Questo è inaccettabile e profondamente vergognoso”, afferma Helmut Burtscher-Schaden dell’organizzazione austriaca per la protezione dell’ambiente GLOBAL 2000.

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E l’Italia?

Nei documenti venuti in possesso da PAN Europe non viene menzionato il nostro paese ma sappiamo che anche entro i nostri confini, il dibattito sulla necessità di una riduzione dei pesticidi è quanto mai aperto. Soprattutto ci sono due anime portatrici di interessi differenti. Da un lato  Confindustria che è contraria ad una riduzione dell’uso dei pesticidi in nome della sicurezza che l’agricoltura biologica non sarebbe in grado di garantire. Dall’altro lato gli ambientalisti secondo cui questa visione dell’associazione dei industriali è superata: si tratta –  sostengono – “di affermazioni smentite in numerosi documenti della FAO e dal crescente numero di accademici, ricercatori e tecnici impegnati oggi nello sviluppo di modelli e buone pratiche di agroecologia e dal crescente consumo di prodotti biologici (+ 20% ogni anno)”.