Il farmaco per il parkinson scarseggia,e l’Agenzia italiana per il farmaco blocca l’export. Succede per l’Ongentys, a base del principio attivo opicapone, che ha spinto l’Aifa a questa decisione temporanea “per garantire la disponibilità di quantitativi sufficienti a rispondere alle esigenze di cura di tutti i pazienti”. L’agenzia ha anche invitato i dottori a razionalizzarne l’utilizzo.
“Problemi nel sito di produzione”
Alla base della carenza, secondo quanto affermato dal titolare dell’Autorizzazione all’immissione in commercio, Bial Portela & C, ci sono “problemi produttivi che hanno riguardato il sito di produzione del principio attivo”. La carenza dovrebbe terminare entro il 15 gennaio 2020. Pietro Cortelli, presidente della Fondazione Limpe e ordinario di Neurologia all’Università Alma Mater di Bologna, spiega all’Ansa  “In Italia sono circa 500mila le persone che soffrono di Parkinson e circa 6mila sono i pazienti che sono in terapia con Ongentys, farmaco di fascia A che non è il pivot della terapia ma ne migliora l’efficacia. D’altro canto, non ci sono sostitutivi che si basano sullo stesso principio attivo”.  A lanciare l’allarme sulla carenza era stato, a luglio, lo stesso direttore generale dell’Aifa Luca Li Bassi, sottolineando che il problema “è emergenziale e riguarda centinaia di prodotti, in tantissimi paesi dell’Unione Europea” ma “le cause ancora non sono chiare”. La lista dei farmaci non disponili o carenti è in continuo aggiornamento con molecole che vi entrano e altre che ne escono.
L’allarme riguarda altri farmaci
A luglio la mancanza di mitomicina aveva portato all’interruzione della chemioterapia in un ospedale Toscano. A maggio 2019 il problema aveva riguardato il Sinemet (levodopa). “In quel caso l’emergenza – prosegue Cortelli – era stata molto importante poiché era l’asse portante della terapia per il Parkinson. In quel caso, per la prima volta, è stato predisposto il blocco dell’export”. Già per la famotidina, usata per l’ulcera gastrica, l’Aifa aveva deciso di bloccare l’esportazione in maniera preventiva, perché i farmaci contenenti ranitidina, appartenente alla stessa classe terapeutica, erano stati ritirati.