La proposta l’ha avanzata il Comune di Milano che parteciperà all’eco bando “Piano bici” lanciato dal governo: riconoscere un bonus di 25 centesimi al chilometro per chi abbandona l’auto e sceglie la bici per recarsi al lavoro. Un modello diffuso in Europa fin dal 1997 quando in Belgio ha scelto di riconoscere 21 centesimi al km per chi “pedala” da casa all’ufficio (e viceversa). In Norvegia in alcuni comuni l’incentivo sale addirutta a 40 centesimi e più recemente la Francia ha deciso di premiare con un bonus di 25 cent al chilometro (esentasse) chi inforca la bici e non solo per recarsi al lavoro.
Milano in sella
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha annunciato lo stanziamento di 35 milioni di euro per lo sviluppo della mobilità pulita per contrastare lo smog. Fondi messi a disposizione dei comuni che poi, con specifici progetti potranno favorire modi alternativi di spostamento urbano. Come le due ruote a pedali. A Milano l’utilizzo della bicicletta è una realtà in crescita. La giunta Pisapia ha favorito lo sviluppo delle ciclabili e anche il bike sharing è in continuo aumento (oltre 46mila abbonati e 3.650 biciclette a disposizione). Ora l’amministrazione meneghina si candida a lanciare il nuovo bonus per chi inforca la bicletta al posto dell’auto per andare al lavoro.
“Operai discriminati”
Proposta sposata in toto dagli ambientalisti ma non mancano gli scettici. Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano, a Repubblica, mette in luce una contraddizione “sociale”: “Socialmente chi usa la bici di solito è più benestante e vive in centro mentre l’operaio viene da fuori e l’auto deve usarla comunque“.
Che farà il neo candidato sindaco del centro-sinistra Giuseppe Sala? Visto che ha scelto di “pedalare” per raggiungere Palazzo Marino potrebbe vedere di buon occhio l’idea del bonus.