Condizioni di lavoro pesanti sul modello Amazon: meno di 3 minuti per servire un cliente. E poi dietro la svolta ambientalista annunciata qualche mese fa “stop alle cannucce di plastica nel 2020” si scopre che ogni anno nei suoi 28mila locali si usano 4 miliardi di bicchieri non riciclabili. Sono le principali criticità emerse dal documentario della tv svizzera Rts, dal titolo “Starbucks senza filtro, dietro le quinte del caffè”, girato anche con telecamera nascosta in alcuni punti vendita del colosso del caffé nel mondo.
“Dobbiamo essere come robot”
I dipendenti di Starbucks, raccontano gli autori del documentario “quotidianamente devono confrontare l’incasso ottenuto con quello del medesimo giorno di 12 mesi prima”. Utilizzando una telecamera nascosta, in un locale di Parigi, i giornalisti di Rts hanno immortalato il direttore mentre spiega a un neo-assunto che “noi dobbiamo servire il cliente in meno di 3 minuti. Dobbiamo essere un po’ come dei robot”.
Sotto la svolta ambientalista…
“Starbucks – scrivono gli autori nel lancio del documentario – sta quindi moltiplicando i suoi gesti simbolici, ad esempio offrendo copertura sanitaria ai suoi dipendenti americani, sostenendo il matrimonio gay, incoraggiando le persone a votare o promettendo di assumere diverse migliaia di rifugiati in Europa. Ma al di là di questi impegni, rivela il documentario, c’è la realtà di un’azienda che impiega a ritmi incredibili 350.000 persone in tutto il pianeta”.
Ma oltre alle condizioni di lavoro, secondo Rts Starbucks non sarebbe così impegnata a tutela dell’ambiente come lascerebbe intendere: “Gli sforzi annunciati da Starbucks per l’ambiente, come quello recentemente annunciato di eliminare nel 2020 le cannucce, nasconde il fatto, rilevato nel film, che 4 miliardi di tazze utilizzate ogni anno nel suo 28.000 negozi rimangono … non riciclabili“.