
Secondo il Consiglio d’Europa, l’Italia viola il diritto degli insegnanti di sostegno per i troppi contratti precari e per la mancata formazione. Violazione che porta alla mancanza di rispetto dei diritti degli studenti con disabilità e bisogni speciali, spesso assistiti in maniera inadeguata.
L’Italia viola il diritto degli insegnanti di sostegno per i troppi contratti precari e per la mancata formazione. Violazione che porta alla mancanza di rispetto dei diritti degli studenti con disabilità e bisogni speciali, spesso assistiti in maniera inadeguata.
I diritti violati
Gli insegnanti di sostegno in Italia faticano “a guadagnarsi la vita con un lavoro liberamente intrapreso” perché “un’elevata percentuale è assunta con contratti precari” e il 30% non ha potuto seguire la formazione necessaria per fare questo lavoro. A dirlo, all’unanimità, il comitato europeo dei diritti sociali, organo del Consiglio d’Europa, giudicando il ricorso che l’Associazione professionale e sindacale (Anief) ha presentato contro l’Italia nel 2021. Per lo stesso organo, a causa della precarietà degli insegnanti, è violato anche il diritto a un’istruzione inclusiva degli alunni con disabilità.
L’inclusività negata
Nel nostro paese viene violato anche il diritto a un’istruzione inclusiva degli alunni con disabilità:”è ostacolata a causa della persistente precarietà degli insegnanti di sostegno e dalla mancanza di formazione di uno su tre”. Le difficoltà degli studenti con disabilità erano state raccontate anche da un servizio del Salvagente nell’ottobre dello scorso anno.
La reazione del governo
Nelle sue conclusioni il comitato europeo dei diritti sociali indica che la situazione è migliorata sotto diversi profili, anche quello legislativo, da quando l’ Anief ha presentato il ricorso nel 2021. Il comitato riporta però che il governo ha sottolineato che il ricorso a contratti a tempo determinato nel settore dell’istruzione in generale, e nel campo del sostegno in particolare, è “in parte inevitabile, data la difficoltà di prevedere in anticipo le esigenze specifiche a causa di numerose variabili quali il numero di alunni con disabilità e bisogni speciali che arrivano e lasciano la scuola, le richieste di trasferimento degli insegnanti, i congedi per malattia, i pensionamenti”. Il governo, scrive il comitato, “respinge pertanto con forza l’argomentazione secondo cui vi sarebbe una discrepanza tra il numero di posti assegnati e le esigenze effettive”.
I dati incoraggianti
Strasburgo evidenzia che i dati a sua disposizione “dimostrano un impegno significativo da parte del Governo nel soddisfare la richiesta di sostegno per un numero crescente di alunni con disabilità”. Facendo riferimento ai dati dell’Istat e quelli forniti dal governo, il comitato scrive che dall’anno scolastico 2010/2011 a quello 2022/2023 gli alunni con disabilità sono aumentati del 243%, passando da 139mila a 338mila, e il numero degli insegnanti di sostegno è cresciuto del 248%, aumentando da 94.430 a 234.460. “Tuttavia – osserva il comitato – questo aumento degli insegnanti di sostegno è in gran parte dovuto a un forte incremento dei contratti a tempo determinato, passati dal 4,19% nel 2010/2011 al 46,18% nel 2023/2024”. Strasburgo evidenzia anche di aver preso in conto che “per l’anno scolastico 2024/2025 è stata istituita una procedura di assunzione straordinaria per contribuire a ridurre la precarietà dell’occupazione degli insegnanti di sostegno”, ma aggiunge che siccome “la nuova procedura non è stata ancora pienamente attuata non ha modo di valutarne l’impatto”. Sul fronte della formazione il comitato afferma che “pur riconoscendo gli sforzi compiuti dal Governo per aumentare l’offerta formativa e semplificarne l’accesso, secondo i dati ufficiali dell’Istat del febbraio 2024, un insegnante di sostegno su tre non ha completato la specializzazione richiesta”.
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