Carne scaduta, Report rivela: tra i clienti del macello anche Simmenthal e Star

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Sulle navi da crociera, in pet food, ristoranti. Ecco dove finiva, secondo Report, parte della carne scaduta lavorata nei macelli Bervini, non solo a Mantova ma anche a Reggio Emilia. Il macello riforniva anche Simmenthal e Star, che hanno sospeso i rapporti in via precauzionale  

 

Su navi da crociera, nel pet food, nella ristorazione. È qui che finiva, secondo Report, parte della carne scaduta lavorata nei macelli Bervini, non solo a Mantova ma anche a Reggio Emilia. Il macello riforniva anche Simmenthal e Star, che hanno sospeso i rapporti in via precauzionale. L’alert sanitario, però, è partito 40 giorni dopo la segnalazione.

L’inchiesta di Report

Gli aggiornamenti sul caso Bervini arrivano dalla nuova puntata dell’inchiesta curata da Giulia Innocenzi, andata in onda il 21 dicembre. Le immagini mostrano l’assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna, Massimo Fabi, che relaziona sulla carne scaduta rintracciata:
«1.500 kg destinati alla ristorazione su navi da crociera, circa 100 kg a un ristorante della provincia di Modena, già interamente consumati al momento della notifica, e circa 3.000 kg destinati a una ditta produttrice di alimenti per animali da compagnia, anch’essi già consumati».

Una pratica che andava avanti da anni

Dopo l’inchiesta, l’Ats Val Padana ha chiesto di rintracciare i lotti scaduti a partire dal 28 dicembre 2024, primo giorno di registrazione. Ma, secondo quanto racconta un ex operaio a Innocenzi, almeno dal 2020 arrivava un camion al mese carico di carne scaduta.
Per Report, la pratica di lavorare carne scaduta proveniente da varie parti del mondo, soprattutto dal Sud America, era attiva già dal 2018. Le testimonianze parlano della stessa carne lasciata a scongelare all’aperto, fuori dal capannone, prima di essere lavorata.

Il ruolo degli altri stabilimenti

Un altro stabilimento Bervini, quello di Trento, sarebbe stato coinvolto nella cottura di parte della carne scaduta. Un operaio racconta che ad alcune confezioni veniva cambiata l’etichetta, con una nuova scadenza spostata in avanti di due anni. Su parte dei prodotti compariva il marchio Gj, appartenente al gruppo della brasiliana Marfrig, il più grande produttore mondiale di hamburger. Sarebbe stato coinvolto anche l’impianto di Salvaterra (Reggio Emilia), da dove la carne scaduta veniva inviata a Mantova.

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Simmenthal e Star tra i clienti del macello

La carne cotta, la cosiddetta “carnetta”, risulta venduta anche a Bolton, che commercializza la carne Simmenthal, e a Star, nota per dadi e brodi (in questo caso non ci sono prove che la materia utilizzata provenisse da confezioni scadute). Secondo un operaio, controllori Bolton sarebbero andati nello stabilimento di Trento proprio durante la cottura.
Bolton ha dichiarato a Report che solo il 6% della carne in scatola proveniva da Bervini e di aver sospeso in via precauzionale la fornitura. Risposta simile da Star (gruppo Gb Foods), che conferma l’acquisto del 5% della carne da Bervini, precisando però che non è stata utilizzata per il dado Star. Anche in questo caso, rapporti sospesi e ordini annullati.

L’allerta partita con 40 giorni di ritardo

Tornando al quadro generale, restano molti punti da chiarire. Manca una lista pubblica dei luoghi in cui è finita tutta la carne effettivamente commercializzata e consumata, sia da persone sia da animali.
Report ha consegnato etichette ed evidenze della frode all’Ats Val Padana il 15 ottobre, ma l’alert per richiami e ritiri è scattato solo il 25 novembre, dopo 40 giorni. Perché? È vero che il macello Bervini avrebbe inizialmente rifiutato di fornire i dati per problemi informatici, allungando i tempi, ma la spiegazione non convince.

Le parole di Bertolaso

Durante una relazione in consiglio regionale, l’assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, ha chiarito che l’alert è partito solo “per i lotti privi di evidenza di trattamento termico prima della commercializzazione”. Dunque, carnetta esclusa.
Alla domanda diretta di Innocenzi, Bertolaso appare colto di sorpresa e ammette: «Me l’hanno fatto dire i tecnici, verificherò».

Vacche malate e lavoratori senza tutele

Secondo ulteriori testimonianze e immagini mostrate da Report, nel macello Bervini sarebbero state macellate anche vacche malate, addirittura con tumori.
Intanto, i lavoratori della Geocarni, la ditta in appalto incaricata di lavorare la carne scaduta, sono rimasti senza lavoro e senza cassa integrazione. Tra i pochi ad aver pagato, almeno per ora.

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